“Scopri la Basilicata, i tanti segreti della terra dei due mari. Quattro divertimappe, tante informazioni e più di venti giochi”.
Fiumi e laghi, torri e castelli, prati, caprette e cavalli, erbe aromatiche e poi – magnifico – l’amaro lucano: l’oro nero. Che bella la valle dell’energia, dice l’opuscolo prendendo in prestito le parole dell’ufficio marketing dell’Eni che ama definire la Val d’Agri, con al centro Viggiano, la capitale della produzione, la regina dell’Energia italiana: da sola sfama il dieci per cento del fabbisogno nazionale.
Fraternizzare è il verbo adatto, perché da adulto la vita non sai dove ti porta e le coincidenze, anche sfortunate, sono dietro l’angolo. Nell’esatto momento in cui il volumetto viene distribuito – immaginiamo a tutte le scuole della regione – i simpaticissimi pozzi, dipinti alla base di un bel verde pisello (il rispetto dell’ambiente anzitutto!) e oggetto del lavoro scolastico (“colora anche tu la testa dei pozzi petroliferi”), sono sospettati di essere i protagonisti della terza infiltrazione nelle acque dell’invaso del Pertusillo, il lago artificiale che dà da bere ai lucani e anche ai pugliesi. Una enorme scia dal colore funesto, un denso marrone, una grande scia di simil cacca, è stata avvistata e ritratta nelle decine di foto che hanno iniziato a diffondersi nel porta a porta di face book. Un nuovo allarme sanitario, giacché la dispersione di idrocarburi nel fondale e la contaminazione delle falde acquifere sono state già oggetto di denunce, contestazioni e paure.
SEMPRE nel Pertusillo, circa tre anni fa, una grande e improvvisa morìa di pesci aveva destato allarme e provocato la diffidenza e l’ostilità popolare. È la questione delle questioni: la enorme quantità di fanghi e di liquido sporco, i reflui nocivi di impianti che producono numeri elevatissimi, la necessità che questi reflui hanno siano oggetto di una sigillatura meticolosa e purtroppo la convinzione che troppo sporco abbia attraversato la Regione infiltrando le sue viscere e dunque inquinandola in modo grave. Sono oramai numerose le inchieste giudiziarie sul traffico di sostanze pericolose, le costanti indagini epidemiologiche che danno in rialzo patologie gravi nei luoghi più vicini ai campi estrattivi. Paura che si gonfia ancor di più nella consapevolezza che al centro Eni vanno aggiunti i pozzi Total e poi quelli Shell. La produzione raddoppia, i rischi pure? Avessero conosciuto questi infausti precedenti, i redattori del libretto, che forse non risiedono nella Val d’Agri, mai avrebbero pubblicato, nella pagina del “Divertimappe”, la domanda: “Tu quanti litri di acqua al giorno bevi?”. Temiamo che l’alunno chieda a casa, ma confidiamo che i genitori prima di dare una risposta colgano al volo l’insidia e soprattutto esibiscano al piccolo le casse di acqua acquistate al supermercato. Se sarà un pargolo puntiglioso inizierà ad approfondire le curiosità: mamma mi spieghi cos’è un mare nero (pagina 12)? Ci si può tuffare? Si ricavano 90mila barili di greggio al giorno che equivalgono a circa 14 milioni di litri quotidiani, bello no?
TEMIAMO verrà di chiedere se tutta quell’altra acqua è buona come quella di casa. Confidando nella prudenza dei genitori, che saranno stati sicuramente allertati allo scopo dalle Asl, le bambine e i bambini di Lucania sapranno che l’acqua nera non va bevuta, altrimenti sai quanti sputafuoco, e bellissimo non sarà. Dobbiamo aggiungere che nel libro didattico c’è anche materia d’inchiesta: “A volte gli abitanti della Basilicata non sono contenti di convivere col petrolio. Chiedi di indicarti il perché”. In effetti, perché?
Da: Il Fatto Quotidiano, 23 febbraio 2017