C’è una città in Italia dove le donne sono più forti e sono meglio piazzate sul ponte di comando. È la terra delle mondine, la radice quadrata della società femminile contadina e operaia, la piana da biliardo dove Vercelli fa da caposcuola. Lì il prefetto è Maria Rosa Trio, il questore è Rosanna Lavezzaro, il sindaco è Maura Forte. Dal capoluogo alla campagna altre donne hanno fatto carriera. E a Covra, spiazzo urbano che taglia le risaie e accoglie ogni tipo di zanzara, è salita sullo scranno di prima cittadina Pier Carla Camoriano, amante dei fornelli e della Lega. Su quel che ha fatto Matteo Salvini dovrà riflettere.
Un giorno al sindaco fanno toc toc.
Vengo a sapere che un cittadino del mio Comune ha reso disponibile la propria cascina per dare ospitalità ai profughi. La mia comunità è così piccola, siamo poco più di 400 abitanti, e abituata ai riti della campagna, ai costumi di una vita piallata dalle abitudini. Le uniche emozioni ci arrivano dal telegiornale. E sui profughi non c’era da stare allegri: si vedevano solo casini in giro. Tante cattive notizie.
Il paese si scuote e s’indigna.
Siamo brave persone, i toni sono miti. Però la preoccupazione c’era. Chi mai verrà? E cosa ci aspetterà? La legge estromette il sindaco da qualunque decisione, però mi sono sentita ugualmente investita della responsabilità di tutelare il mio paese, rappresentare i timori più che legittimi.
E allora che fa?
Vado dal prefetto. E le chiedo di darmi una mano. È donna, e questo mi sarà d’aiuto. È una persona squisita e disponibile. Viene da noi in paese, incontra la cittadinanza. Mentre si discute pensiamo come fare, cosa fare. Mi dico: e se girassimo la frittata?Continue reading