Evelina Christillin è l’unica donna al mondo che abbia posseduto più poltrone che rossetti da labbra. Valdostana di alto lignaggio, torinese di elezione, sorridente in qualsiasi condizione di luogo e di stato, sportivissima, devota della Juve, ma prima della Juve devota all’avvocato Agnelli, è moglie di Gabriele Galateri di Genola, ora presidente delle Generali. Spiritualmente veltroniana, si tiene alla larga dalla politica.
Poltronista io? Allora contiamole insieme tutte queste seggiole che mi volete attribuire.
Avevo segnato.
Allora: c’è il consiglio di amministrazione della banca.
Due consigli.
Uno soltanto, mio caro: solo Cariparma, Carige non più.
La presidenza della Fondazione del Museo Egizio.
Giusto.
E quella del teatro Regio.
Quella non più.
Ah scusi, c’è lo Stabile…
Ma son cose vecchie! Vede che tiene il conto inesatto?
Bisogna dotarsi di un algoritmo per conoscere l’esatta condizione lavorativa della Christillin.
Voi del Fatto siete dei malandrini e cercate di vedere nero dov’è bianco.
Lei stordisce.
Poi c’è la presidenza dell’Enit.
Ecco il regalo di Renzi.
Vuol sapere? Presidente a mia insaputa.
All’insaputa è bellissimo.
È la verità.
Renzi è ottimista, volitivo.
Non è buonista.
Non è neanche di sinistra se è per questo. Però un po’ come Veltroni.
Ma che dice? Lui, Matteo, un asentimentale.
Comunque ha confezionato un pacco dono per lei…
Per me? L’ha confezionato così bene che l’appannaggio, 60 mila euro lordi all’anno, ancora è lì che aspetta di essere bonificato. Un passaggio alla Corte dei conti, un altro da qualche altra parte, fatto sta che da ottobre sono lì e ci sono gratis. Anzi: aereo e albergo a mie spese.
Ora c’è il consiglio Fifa. La prima donna a far parte del board.
Tre, quattro volte al mese a Zurigo, questo è tutto l’impegno.
Dorme a Torino.
Lunedì e martedì son qua.
Mercoledì.
Roma, e se capita…
Ora è a Singapore.
Domani torno.
Tutti la cercano.
Allora, spieghiamoci. La mia famiglia non era povera, e non ho sposato un ciabattino. Ho avuto buone frequentazioni, una condizione economica eccellente, tante amicizie.
Il cosiddetto potere affluente. In Italia un pugno di persone detiene ogni leva. E una moltitudine resta con le mani in tasca.
Io ho sempre fatto tanto per i giovani, e ho esultato quando abbiamo scovato, penso ora all’Egizio, nei curricula qualcuno che avesse talento benché a corto di relazioni. E gli abbiamo dato grandi responsabilità.
Lei è un multiplo di se stessa.
Mi fa venire in mente la Multipla che era un’auto orribile.
Invece aveva un’identità. Grassottella ma orgogliosa di se stessa.
Convengo.
La famiglia benestante, il marito ancora di più, l’amicizia con l’Avvocato. Questo aiuta.
Aiuta sì, diamine. Aiuta la conoscenza delle lingue, e anche dei congiuntivi.
Vero, in giro circolano di questi tempi tanti assassini dei congiuntivi.
Aiuta essere sorridente.
Aiutano le relazioni.
Assolutamente. Ma se sei una cippa, se non ti applichi, se non studi e non conosci a menadito i dossier, ti aprono pure la porta, ti danno un cioccolatino in mano però poi ti dicono bye bye. Quando mi impegnai per le Olimpiadi invernali a Torino ebbi la fortuna di poter parlare con chi contava, ma poi ho dovuto convincere chi contava.
Ma se la giornata è fatta di 24 ore anche per lei come per me.
Allora, capiamoci: non stiro, non lavo, non cucino. Ho la fortuna che altri badano alla mia casa. Non faccio la nonna, perché mia figlia Virginia abita a Milano con i suoi due marmocchi.
Non dorme.
Dormo poco, sì.
E poi teme la noia.
Tantissimo. Chi ha dovuto sopportare le prove che sono capitate a me (parlo della salute) moltiplica il senso dell’esistenza, il piacere di esserci, la voglia di vivere.
Grande Ufficiale e Commendatore.
Onorificenze che devo al grande presidente Ciampi che oggi piangiamo.
Collare d’oro.
Questa è del Cio.
Stella d’oro.
Per meriti sportivi.
Lei è una donna nata col sole in tasca, come diceva Berlusconi.
Sorrido alla vita benché sia montanara. Lei è del Sud ed è plumbeo.
Da: Il Fatto Quotidiano, 18 settembre 2016