Michele Santulli, anziano e sapiente antiquario di Arpino, ha lavorato anni alla ricerca dei fatti, dei nomi, dei volti: “È un immenso vaso di Pandora, una inestricabile ragnatela di profili umani, di donzelle chiamate alla posa”.
Lei dice e prova che Gallinaro forgia una classe di modelle per Artisti.
La fame li sospinge a Roma, e qui trovano –mentre girovagano con il piffero e l’organetto – i primi reclutatori. Si passano la voce, si chiamano l’un l’altro, si incontrano a Fontana di Trevi e aspettano che qualcuno li ingaggi e li metta alla posa. C’è, dietro la Fontana, il vicolo dei Modelli, il ritrovo”.
Ma perché la Ciociaria?
Perché ha i figli più belli. Lo so, la Ciociaria non sembra neanche un punto geografico, è un accessorio, una dependance di Roma, terra di cafoni e al massimo di caciocavalli. Altro che siluette.
E invece lei è riuscito a dare nome e cognome, identità, luogo di nascita.
Le ragazze ciociare sono meravigliose. Le cito il grande Rodin che di loro diceva: ‘merveillusement belle, belle comme una Venus, comme Apollon… elle était un enchantement des yeux’. Siamo a Parigi e la Ciociaria, tra il 1860 e i primi del Novecento, fa vedere le sue gambe e i suoi seni, e le mani e i piedi. Sciama tra le viuzze di Montparnasse e nella zona di Mouffetard.
Per chi posano?
Rosalina Pesce, da Gallinaro, è la Semeusedi Oscar Roty, Agostina Segatori di Subiaco è L’Italiennedi Van Gogh, Carmela Cairo di Gallinaro è la Carmelina di Matisse, Michelangelo de Rosa di Atina è il corpo che copre Il panciotto rosso di Cezanne.
È un’infatuazione per la Ciociaria.
Prima Roma, poi Parigi, infine Londra. La beltà si espande, è riconosciuta, raccontata, tramandata.
È incredibile che si sappia così poco. Qual è il quadrilatero della bellezza?
La Val Comino e i suoi dodici Comuni conficcati quasi nell’Abruzzo.
È il centro di gravità della beltà.
Gallinaro è il fulcro, poi Arpino, Picinisco, Subiaco, Atina.
Una meraviglia.
The living embodiment of a classic beauty. La personificazione vivente della bellezza classica, scrivono gli inglesi di Alessandro de Marco da Picinisco, provincia di Frosinone.
Ma i ciociari lo sanno?
È il mio più grande cruccio: abitare dentro una bolla di inconsapevoli. La Ciociaria è come se avesse ottenuto una compensazione naturale. La terra offriva pietre e non pane, però donava al mondo, al l’arte, una bellezza non comparabile.
Donava. Usa l’imperfetto.
Questa attività è durata fino agli inizi della Prima guerra mondiale.Continue reading