Fenomenologia della monnezza.
“Da quando sono stata eletta nel giugno scorso indago quotidianamente l’immondizia sversata illegalmente. Sparsa tra i rovi, dispiegata come merce deliziosa nei prati oppure destinata ad ingolfare le cunette, ammucchiata talvolta persino con ordine ossessivo nei luoghi in cui è severamente sporcaccioni in privato e perbenisti in pubblico, rilevo la loro condotta barbarica, realizzo reportage fotografici che parzialmente vietato. Apro i sacchetti, uno per uno. Ritrovo i tratti distintivi di alcuni abitanti della mia comunità, riconosco i miei concittadini pubblico su Fb in modo che i barbari possano riconoscersi. Poi passo il testimone all’ufficio verbali, perché nulla resti impunito”.
Se di Fernanda Gigliotti non ce ne fosse una sola, per fortuna dei calabresi e per sfortuna dell’Italia, ma almeno altre due o tre (ministra, sindaca o deputata) il nostro Paese sarebbe sicuramente più civile e più giusto.
Nocera Terinese, che conta cinquemila abitanti, è allo stremo civile. Qui non c’è più nulla che la disperazione, tutto quel che si poteva massacrare è stato massacrato, e ogni luogo abusato, e di ogni diritto fatto clientela. Le condizioni per far vincere una come me, con un municipio in dissesto e non un euro da poter spendere o un impiegato da assumere, c’erano tutte, ah ah.
Il suo paese segna il territorio a nord di Lamezia Terme, la costa tirrenica sporcata dagli abusi edilizi, dalla sporcizia, dalla inettitudine amministrativa, dallo spreco, dalla malversazione.
A me ha colpito lo sporco, in senso proprio e figurato. Il municipio era zozzo, nessuno che pulisse nulla. Ho iniziato io a prendere la scopa in mano. Gli Lsu, i cosiddetti lavoratori socialmente utili, sono divenuti segretari, quindi non ramazzano più (ammesso che l’abbiano mai fatto). Gli impiegati li ho trovati immobili, alcuni si odiano al punto da non parlarsi mai. Nemmeno buongiorno. Ma può un’amministrazione pubblica essere preda della più crudele delle pratiche: l’ignavia?
E quindi la sua battaglia per il pulito. In senso proprio e figurato.
È una guerra per la civiltà degli usi e dei costumi che combatto grazie al fatto che sarò sindaco solo per un mandato. Cinque anni bastano e avanzano. Nemmeno uno in più. Ho il mio lavoro da avvocato, i miei cani, la mia terra.
Bellissima idea quella di fare il sindaco per un solo mandato. Se tutti la prendessero ad esempio…
Avrebbero forse la possibilità di avanzare più lievemente tra l’incoscienza collettiva e i disturbi della personalità dello Stato.
Lei ha scritto che alla foce del Savuto, un grande parco naturale, la cosa più bella e pulita che ha trovato sono le prostitute.
È così. È un territorio saccheggiato, un parco divenuto discarica e tolto ai bambini, alle donne, a chi vuole trovare il suo ristoro nella natura. I mariti dicono alle mogli: è pieno di prostitute lì. Che ipocrisia! E chi ci va con le prostitute? Perciò quelle donne che vendono il loro corpo mi sembrano le persone più pulite, più sincere. E le parla un sindaco che come primo atto ha emesso un’ordinanza che vieta nel suo territorio le contrattazioni sessuali.
I suoi concittadini la odieranno.
Non penso, e se devo dirla tutta non è di grande interesse per me saperlo. Sono stata eletta per fare alcune cose e le farò. E poi che classe dirigente siamo se non sappiamo indicare una strada e imporre, quand’è il caso anche con la forza del diritto, le regole a tutti?
La forza del diritto.
Saremo la giunta comunale calabrese che invece di costruire demolirà gli abusi. Dovremo restituire il mare a chi risiede, oggi invaso dal cemento e dalla cacca che le fogne dei comuni vicini a volte ci regalano.
Infatti il Comune di Amantea avrebbe deciso di querelarla perché avrebbe sporcato la propria onorabilità.
Forse perché ho chiesto di chi fosse quella cacca? Amantea deve al mio Comune circa due milioni e mezzo di euro per i servizi resi del nostro depuratore. Ha il dovere di pagare l’insoluto e vigilare, al pari degli altri Comuni costieri, affinché il mare, che è di tutti, resti pulito.
Lei è moralista?
Macché. Guerreggio contro il perbenismo untuoso, il formalismo giuridico, la clientela come legittima servitù. Però non nascondo che sono una grande tifosa della moralità pubblica. Spero che nessuno s’offenda.
Non sembra populista.
Credo nella democrazia espansiva, nell’uguaglianza, nel diritto e non nel rovescio. Non sopporto una vita sopraffatta dagli abusi. Mi hanno eletta? Sapevano a cosa andavano incontro.
Lei dovrebbe fare il sindaco di Roma.
Basta Nocera Terinese.
Il suo partito?
Sono rimasta senza partito. Ero nel Pd, ho battagliato contro i pachidermi calabresi ma ho perso. Ho deciso allora di cambiare aria: ho comprato un terreno dove produco olio e mirto e fatto alloggiare una decina di cani sfrattati dai padroni bestiali che avevano. La mia casa si chiama Canara Republic.
Da: Il Fatto Quotidiano, 20 agosto 2016
Tutta la mia ammirazione …ho sorriso ironicamente durante la lettura dell ‘ articolo ahahah perchè mi rivedo in toto mah …auguri per tutto !!!