La fatica da condividere e la bellezza del bene comune
Vorrei un assessorato alla responsabilità, e uffici chiamati a curare la bellezza, il decoro, la dignità di chi ci vive. Sono parole bellissime di cui abbiamo perso traccia. Spero perciò che queste due giovani donne saranno capaci anzitutto di dare senso comune al bene comune. E in grado di convincere gli italiani a stimare e non più dileggiare chi si occupa della cosa pubblica. Non è solo una questione di stile. Certo che conta la misura, naturalmente
conta l’onestà, ma più di ogni altra cosa conta la capacità di far condividere a coloro che amministrano la fatica di fare.
Tutte e due, insieme agli altri nuovi eletti (anche di altri movimenti e partiti) hanno debiti da saldare e non miliardi da investire, perciò
la loro impresa più difficile consiste nell’imporre il linguaggio della verità. Vorrei, per esempio, che Virginia Raggi fosse capace di indicare quel che sa fare e quel che non può o non riesce a fare. E indicare, sperabilmente con nome e cognome, chi ostruisce e chi costruisce.
da: Il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2016