No a mocassini, stivali, tacchi alti o anche bassi, a punta, a mezza punta, scarpe di pelle e di camoscio, jeans, pantaloni attillati di fustagno et similia, anche di lana fredda, a gamba corta o lunga, a zampa di elefante o a tubo. Si deve alla passione di Sebastiano Pino, assessore alle politiche sportive, se Messina può vantare un progetto comunale sul ristoro fisico, la permanente ricerca della comodità e l’individuazione della giusta tonicità muscolare, e se i suoi cittadini sono invitati ad avanzare dalla periferia verso il centro (e viceversa) in scioltezza e preferibilmente a piedi, indossando una tuta e delle scarpe da tennis. “Messin…Tuta” è infatti il progetto comunale per migliorare “il benessere psico-fisico” di chi la vive, riducendo le calorie attraverso la svolta peripatetica interclassista. Giovani e anziani, bianchi e neri, ricchi e poveri, grassi oppure asciutti. Nelle scuole e negli ospizi, tra i bar e le boutique. Allenarsi al benessere del corpo compenserebbe almeno in parte le difficoltà dell’anima: casse vuote, piste ciclabili inesistenti, mense scolastiche in sofferenza, impianti sportivi derelitti, frane à gogo, saltuariamente l’acqua e con un presidio sanitario sempre al centro di dubbi e allusioni sulla qualità e la prontezza dell’assistenza.
Avendo Messina la fortuna di un sindaco scalzo e pacifista, si chiama Renato Accorinti e ama calzare i sandali se non può proseguire a piedi nudi, la proposta dell’assessore è parsa coerente a un life style politico che si distingue per la sobrietà dei costumi e l’approccio salutistico alla vita. Messina la “babba” invece ama i cannoli e il fritto misto, la pasta con le melanzane e ogni altra prelibatezza impastata e arroventata. Davanti allo spettro della tuta si è scandalizzata e ha costituito un compatto fronte del no. Il testo della convocazione di una riunione congiunta tra l’amministrazione e i presidenti di circoscrizione è passato di computer in computer finché è finito su facebook, con i disastri che immaginiamo. L’assessore Pino è riuscito a stento a spiegare che la messin…tuta è un’idea che contrasta l’obesità, il colesterolo, i trigliceridi, e le scarpe da tennis sono l’aggregato necessario per espletare pratiche sportive pacifiche e di massa. Macché, niente da fare! Tutti a sorridere, con un cannolo in una mano e lo spritz nell’altra, oppure a marcare la differenza tra la tuta e il lavoro, la tuta e la casa, la tuta e i trasporti. Forse l’assessore, che immaginiamo turbato ma non del tutto piegato, non riporrà la tuta nel cassetto. Ingaggerà una battaglia campale, e noi faremo il tifo, a colpi di jogging. Correre o perire.
Da: Il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2016