Segaligno e taciturno, per gli standard renziani con un tono eccessivamente depressivo e perciò destinato alla panchina come quei portieri di riserva che hanno il compito non di giocare ma di guardare la partita e, quando si fa festa, il permesso di esultare. Destinato all’ombra perenne, il deputato Michele Anzaldi ieri, con una dichiarazione al Corriere, si è conquistato la luce della polemica. A Grillo sembra un piccolo Goebbels, ai giornalisti del Tg3 un Berlusca in sedicesimo, alla minoranza Pd l’ennesimo portaordini del Capo.
Renzi è il padrone del vapore e quelli della Rai non se ne sono accorti. È così?
Renzi è il segretario del Pd e il capo del governo e quelli di Rai3 sembrano non essersene accorti. Hanno artificiosamente creato due Pd, accreditando la minoranza come un partito e tagliando i tempi quasi fossimo pari.
Lei cronometra?
Io sono membro della commissione di Vigilanza, la Rai è pubblica e ha un contratto di servizio. Prende i soldi a fronte di un impegno a offrire equilibrio nella rappresentanza delle posizioni politiche.
È suo compito decidere se l’onorevole Speranza debba essere intervistato?
Il mio compito è denunciare lo squilibrio: perchè il tempo concesso a Speranza dev’essere tolto a Renzi?
Non c’è un minuto senza Renzi in audio, in video, in tweet. Anzaldi, una voce contraria avrà diritto ad essere espressa.
Ha detto bene. È una voce contraria, non un voto contrario. Occupano la televisione, cianciano ma poi al dunque quelli là votano con noi.Continue reading