Avanza l’odiatore. Un particolare tipo di umano che va espandendosi al punto da costituire il partito di maggioranza relativa nella società. Al filosofo Aldo Masullo, napoletano, sentimentalista e raffinato studioso della morale collettiva, la richiesta di una diagnosi e – possibilmente – una cura civile.
L’odiatore prolifera nel disordine. Non conosce il limite del suo agire, è come il calciatore che non sa stare in campo. Non tiene la posizione perchè nessuno gli ha imposto di tenerla. Non avendo regole da rispettare non conosce limite. Il suo e quello dell’altro. In genere è un debole.
È un odiatore professionale.
Il poveretto assolutizza. E anche se si dibatte di fragole, un frutto nel quale depone ogni speranza del suo benessere e ogni possibile virtù, egli affronterà lo scettico, colui che invece dubita o addirittura tradisce una qualche disistima per la fragola, con l’arma dell’aggressione verbale e infine dell’odio. Figurarsi se si parla d’altro.
L’odio è figlio della paura.
Mi permetta: la paura la riterrei un sentimento intermedio, più sofisticato. L’angoscia è la madre dell’odio. L’angoscia di perire, di finire.
L’angoscia è un sentimento umanissimo.
Esprime un’impotenza, ci racconta di un complesso di inferiorità. L’angoscia è anche differente dall’insicurezza.
L’Africa ci invade.
Ecco. Il timore di veder svuotata la nostra casa, di dover competere con l’altro, uno sconosciuto. Anzi, uno straniero. Estraneo ai nostri affetti, alla nostra vita e persino, così immaginiamo, ai nostri bisogni.
La nostra è una società dell’odio?
Assolutamente sì. Avanza massiccia una ferraglia umana, una massa che nella sua povertà culturale e una incipiente povertà economica, sviluppa come difesa primordiale l’odio, l’ultima barriera.Continue reading