Nella città del ‘nessuno mi può giudicare, nemmeno tu’, l’impresentabile si è presentato, l’ineleggibile è stato eletto. E ora è lì sul palco: “Non pensate che la ricreazione sia finita. Ho visto or ora un motorino posteggiato ai piedi di un semaforo. Una pazzia, una vergogna. E ricordate di consegnare nei luoghi indicati i sacchetti per la differenziata. Le telecamere di sorveglianza sono lì che vi riprendono”.
Nel centro di gravità permanente del deluchismo, la piazza antistante il municipio di Salerno, il popolo si consegna al suo Chávez per il rito del ringraziamento. Vincenzo De Luca è dichiaratamente sopra la legge, oltre la legge. Signora in estasi: “Gesù e Maria. Ma lei si rende conto che questo è un grande uomo?”. Si chiama Silvana Buzzo: “ha visto quello che ha fatto?”. De Luca dal palco: “Io non vendo parole, ma fatti”.
Ha fatto molto, forse troppo, e forse con soldi che non aveva se la Corte dei conti ha descritto la situazione contabile del comune di Salerno, il favoloso mondo della città che cambia, al limite del dissesto, con un monte di debiti fuori controllo. La signora Silvana: “Lui dice di no, che non abbiamo debiti”. De Luca dal palco: “L’unica possibilità che c’era perché la delinquenza fosse buttata fuori dalla Regione era che venissi eletto”. Sotto il palco applaude Ernesto Sica, il promotore di un dossieraggio contro Caldoro alle scorse elezioni, protagonista dello scandalo P3. La realtà oltre l’immaginabile. Salerno gongola e se ne fotte di quel che succede oltre confine.. “Vicienz è patr a me”, Vincenzo è un padre, un fratello, e un maestro di vita. “Vi garantisco che niente, niente, niente può fermarci”. Barista eccitato: “Sarà un grande governatore e non è vero che verrà sospeso perché la legge lo vieta”. Cliente al bancone, crodino in mano, attento all’evolversi della discussione: “Hanno fatto una legge contro De Luca?”. Barista determinato: “Hanno cercato di farla, ma non ce l’hanno fatta. Proprio due giorni fa una tizia ha fatto un proclama ma era troppo tardi”.
LA LEGGE NON ESISTE, e se esiste è per legare le mani all’uo mo del fare e dunque è irregolare, ingiusta, sottoposta alla censura popolare. “Abbiamo perso ogni coscienza critica, ogni capacità di discernimento. Il fare del deluchismo è un disastroso esempio di come ogni sua decisione sia intangibile, ingiudicabile. Il caso del Crescent, il mostro del lungomare che copre la costiera e sfregia la città, è perfettamente in regola con questa indicazione di fondo. Nessuno lo può giudicare, nessuno deve permettersi di bloccare l’opera o contrastarla”, dice la presidente di Italia Nostra, fiera e contestatissima oppositrice. Commerciante di tessuti: “È tutta invidia. Io so che questo investimento porta un sacco di turisti e molte nuove attività”. De Luca è a processo per lottizzazione abusiva, falso ideologico e abuso d’ufficio. Di nuovo: è un martire. Carmen Piscitelli, avvocato: “Questa città subisce un effetto ottico. Se chiede chi è oggi il sindaco le risponderanno De Luca. E se chiede in giro chi è il governatore le risponderanno ugualmente De Luca”. Sindaco, anche se non più. Governatore, ma anche no. Ciccio D’Acunto, consigliere di fiducia e amico personale del Chávez d’Italia: “Diciamoci la verità: abbiamo salvato il culo a Renzi. Senza De Luca il Pd non avrebbe vinto in Campania. E noi avanziamo a Salerno come a Napoli, come ad Avellino. Perdiamo nelle aree a rischio, tipo Caserta, Casal di Principe. È un voto largo, di popolo. È il fortissimo risultato di una campagna di ascolto. Noi battiamo palmo a palmo il territorio, altro che show”. In questa piazza di bandiere e sorrisi, mani che stringono abbracci caldissimi e tante pacche sulle spalle, con la polizia municipale schierata, e le mamme e i papà che toccano Lui. “Vicienz è patr a me”, urla un supporter che avanza nella gioia, e si struscia e bacia e tocca. Ecco Roberto, i secondogenito di Vincenzo: “Papà meritava tutto questo”. Roberto insieme a Piero formerà la coppia discendente del deluchismo, perché quel che sembra chiaro è il futuro prossimo venturo, il De Luca formato famiglia. Anche per loro la politica è una passionaccia, e scortano il papà, si preparano al grande salto. Matteo Renzi, al momento delle liste per le prossime Politiche, dovrà prevedere un posto in lista a uno dei due figli di tanto papà. “Sono tutti personaggetti”, commenta Luciano Santoro, adoratore di De Luca anche in versione Crozza. Personaggetti, o anche infami, cafoni, vergogne isolate e collettive, nemici del sud, delinquenti, figli delle chiancarelle o peggio.
Da: Il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2015