Mettiamo Renzo Arbore al governo. Destiniamolo a Palazzo Chigi per un pomeriggio, sulla poltrona di Matteo Renzi. Pieni poteri sulla Rai, scriva lei il decreto legge. “Rintraccerei in paradiso Biagio Agnes, il grande Biagione democristiano. Di televisione ne capiva. Mettere uno che ne capisce non sarebbe male”.
Siamo però al de cuius.
Noto un filo di sarcasmo. Mi rifarò nel prosieguo dell’articolato.
Articolo 2.
L’auditel sta imbarbarendo la Rai, a sua volta inquinata da Mediaset. Urge rottamazione. D’ora in avanti ai dati di ascolto devono essere associati quelli del gradimento.
Alto gradimento come la trasmissione di Arbore e Boncompagni? Incorreremmo in un gravoso conflitto d’interessi.
Il capo di gabinetto troverà un sinonimo. Anzi, eccolo qua: indice di affezione. Tu telespettatore mi devi dire ciò che vedi e quanto ti piace ciò che vedi. Da uno a dieci quanto ti piace? Ci sono schifezze che fanno ottimi ascolti. Ma schifezze rimangono.
Articolo tre.
La Rai deve anche divertire ed educare, non solo informare.
Quindi distruggere la batteria di talk show.
Davvero siamo giunti al limite di guardia. Il troppo storpia. Solo politica, solo linguaggio politichese: un recinto di ossessivi.
Divertire.
Con grazia e con arte. Quindi ci vorrà talento. Cercare in giro artisti talentuosi (ce ne sono, a meno che non si giri con una benda sugli occhi), individuarli bene e poi scritturare i migliori. Biagione Agnes tirò dentro la tv uno come Adriano Celentano, capisce la grandezza del gesto?
Agnes il democristiano.
E dalli! Ma lasciò Raidue ai suoi grandi nemici, i socialisti. Al proposito le rammento che Bettino Craxi mi offrì la direzione della rete: non è che per caso è interessato? Grazie, non fa per me, risposi. E Agnes creò Raitre, che con Guglielmi avrebbe innovato come nessun altro poi.
La Rai senza la politica non esiste.
La Rai non può essere privata. E se è pubblica qualcuno deve detenerne il controllo. Ma ritenere che solo perché pubblica debba essere affidata a degli incapaci è un vero sopruso alla nostra intelligenza. Vede che Agnes ritorna sempre? Ancorché democristiano era competente. Sapeva gestire quel che gli avevano affidato. Non dobbiamo disperare.
Sembra che Raitre debba essere svestita della pubblicità, molto culturale, molto impegnata, molto alternativa.
Orribile. Temo la noia, quei programmi opachi e nebbiosi come la Bassa a novembre e pesanti come le critiche letterarie di Enzo Siciliano (pace all’anima sua). Sa che pavento? Proust alle nove di sera. La Rai deve educare, ma senza troppi grilli per la testa. Lei prima mi parlava dei nuovi analfabeti.
Si stima che il 47 per cento degli italiani siano analfabeti funzionali: sanno leggere e scrivere ma non saprebbero fare una sintesi di ciò che leggono e scrivono.
Concordo. Perciò darei un occhio e un aiuto ai nostri concittadini analfabeti, rafforzando gli utilissimi canali tematici. Rai Storia è una grande opportunità di conoscenza. Fosse per me farei anche Rai Geografia.
Lo può fare, abbiamo convenuto che ha pieni poteri.
Articolo 6. È istituito il canale Rai Geografia in modo che i pugliesi abbiano la soddisfazione di sapere dove si trova Mantova e chi diavolo sono i mantovani. Per la condizione di reciprocità anche i triestini avrebbero la possibilità di conoscere l’esatta ubicazione di Noto, che non è la prima persona singolare del verbo notare.
Renzi vuole un manager tutto fare.
Renzi deve capire che un manager fa il manager. Un direttore editoriale ha altre competenze.
Le sta simpatico il premier?
Alla mia età l’energia diviene una risorsa declinante, perciò l’apprezzo tanto. Poi è pragmatico. I fiorentini sono pragmatici, e infatti anche Bernabei (un altro dell’olimpo Rai) lo era. Senta, sono un po’ scocciato di leggere che il passato è da buttar via, che la Prima Repubblica era fatta da idioti e che oggi…
Stava parlando di Renzi. Solo pregi?
Qualche difettuccio importante lo esibisce. A volte ha l’aria del Cavalier Tino Scotti, quello del faso tutto mì.
Non era Berlusconi il cumenda milanese?
A volte Renzi mi spaventa un po’. Vedo in difficoltà quel brav’uomo di Bersani. Non lo conosco personalmente, lo guardo in tv e capisco il suo dolore. Non sa proprio che pesci prendere, cosa dirgli. Mi dispiace.
Dovremmo trovare un nome di un vivente come capo assoluto della Rai.
Mettiamo Walter Veltroni. Naturale, lei è veltroniano. Ah ah, così dissero quando ero direttore artistico di Rai International. Mi feci nemici i dalemiani. Veltroni conosce la televisione, sa cos’è il cinema, la musica, l’arte della scena. Ha le competenze per fare quel che si deve. Ricordiamoci che suo padre Vittorio portò in Italia Lascia o raddoppia. E anche questo fa curriculum.
da: Il Fatto Quotidiano 13 marzo 2015
l’ho vista ma sopratutto sentita in trasmissione su la 7 e devo complimentarmi con lei. la seguiro’ ogni volta che interverra’ perche’ e’ cassa di risonanza per il cittadino comune.
mi sembra una persona capace, informata, e sincera.
continui cosi
De Gaspari