Squilla il telefono, è Alessandra Moretti. L’Espresso l’ha definita “la candidata perenne”. Effettivamente ovunque ci sia un’elezione lei c’è. Ieri deputata, oggi eurodeputata ma già ricandidata altrove.
“Prima di commentare la mia candidatura vorrei che lei capisse di che pasta sono fatta. Io ubbidisco al partito, non rispondo mai di no. Dove mi dicono vado. E lui mi ha detto: Abbiamo bisogno di te in Veneto, con te possiamo vincere”.
Tre mesi fa lui le aveva detto: abbiamo bisogno di te in Europa, con te possiamo vincere.
“Esattamente così. Ma crede che sia facile per me fare questa vita? Però so che senza Moretti c’è Zaia, a lei sta bene Zaia al governo del Veneto? A me no. Al Pd no. E anche se è un sacrificio pesantissimo, perchè le dico cosa significa, poi lei commenti quel che vuole… Anzi, commenti ma non giudichi. Qui ognuno si sveglia al mattino e giudica”
La nostra Europa con Alessandra Moretti. Capolista nel Nord est del Pd. Eletta con 230mila voti. Eletta per far cambiare verso all’Europa.
“Infatti mi sto facendo un mazzo così, perchè alla sera preparo il dossier sulla maternità che mi è stato affidato a Strasburgo”
Al mattino il Veneto, alla sera la maternità di Strasburgo.
“Conosce la fatica? Sa cos’è un sacrificio? Ha mai fatto un doppio lavoro? Ecco, io sto dando l’anima al Veneto ma non perdo di vista i miei doveri in Europa”
Pensavo si fosse già dimessa dall’Europa.
“Dimessa? Ma chi, cosa? Dopo certo”
Prima. Prima di candidarsi a governatrice del Veneto. Una bellissima prova di trasparenza, di sincerità, di coraggio.
“Ma cosa sta dicendo? Io me lo tengo stretto il dossier sulla maternità e lo porto in sessione plenaria. Io fatico caro mio, e sono abituata a far bene le cose”.
Se il partito chiama lei obbedisce.
“Mi chiama e mi dice: con te Ale possiamo vincere il Veneto. Ora o mai più”
E mettiamo che domani Lui richiami e dopo il Veneto dica: con te Ale possiamo vincere a Venezia, a Roma, ad Agrigento, ad Ostia.
“Ah no! Dei 230mila voti che ho ottenuto 160mila li ho raccolti in questa regione. E’ il mio popolo che mi ha trascinato in questa contesa. Io rispondo a loro.
Se il popolo l’ha trascinata, allora è giusto farsi trascinare
”E basta con questa storia di bersaniana, renziana o che so io. Sono qui che mi sbatto per la mia terra, e se lei scrive che sono come quei democristiani di trent’anni fa che scambiavano Strasburgo per una sedia girevole”
I soliti politici che prendono in giro. Mi impegnerò, farò, dirò
“Ecco, quelle cose lì. Se lei scrive farà solo un favore alla Rubinato (avversaria della Moretti in casa pd ndr) che dice le stesse cose”
Qui c’è gente che si sbatte.
“Se la Puppato non fosse venuta di corsa a Roma a fare la parlamentare oggi avevamo qualcuna su cui puntare”.
C’è donna e donna
“Mica le donne sono tutte uguali”.
Con la Moretti si vince
“Ne ho parlato anche in famiglia prima di accettare. Comunque scriva quel che le pare, s’intende”
Senza la famiglia saremmo tutti gattini ciechi.
“E sempre amici”.
da: Il Fatto Quotidiano 4 novembre 2014