È il ministro dell’Altrove. Se accade una cosa di là lui è di qua. E se la vede da vicino la racconta male, s’ingarbuglia, s’intrappola e alla fine si perde. Bisogna anzitutto togliergli Twitter. Sarebbe un atto di comprensione e l’avvio di un tentativo per la riduzione del danno che purtroppo Angelino Alfano si procura seguendo il suo istinto suicida. Com’è chiaro da quando ha scelto il logo del suo partito e quella sigla con assonanze straordinariamente pericolose (gli avranno nascosto la storia dell’Italia criminale e della Nco, con la quale Raffaele Cutolo, il super boss camorrista, spadroneggiava) Angelino ha l’aspetto di un girasole in autunno. Il corpo è indebolito e pendente e anche la mente singhiozza, e gli atti sono consequentia rerum. Ogni volta che accade qualcosa, lui è altrove. E non sarebbe nemmeno il peggio dei mali. Immaginate se, al tempo del sequestro da parte dei reparti speciali italiani della cittadina straniera Alma Shalabayeva, Angelino fosse stato avvertito. Avrebbe sicuramente twittato qualcosa, è pur sempre l’azione che gli riesce meglio. Non glielo dissero e lui spiegò con mestizia al Parlamento che il ministro dell’Interno non sapeva. E in Italia meno si sa e meglio si sta. Continue reading
Docuserie, la prima puntata di ‘Alfabeto – Alla radice del lavoro’. ‘O’ come ‘Operai’
Chi odia, chi ama, chi cammina a testa alta, chi invece avanza a testa bassa. Chi ha nelle mani l’unico suo capitale, mani sporche di sudore, di fatica, mani dignitose e mani pulite. Chi ha solo lacrime e chi sorride sempre. Chi ruba e chi resiste. L’Italia attraverso l’Alfabeto – Alla radice del lavoro. La prima delle sette puntate parte dalla lettera ‘O’ come ‘Operai’. Ogni mercoledì seguiteci alle 13,00 su ilfattoquotidiano.it con la nuova docu-serie di Antonello Caporale e Toni Trupia