Come becchini di un cimitero aggiorniamo quotidianamente la lista della scomparsa delle tratte ferroviarie. Ogni giorno un vagone viene mandato in rimessa, un collegamento si cancella, una locomotiva si ferma, un binario muore. È il paradosso un po’ stupefacente di questa nostra modernità: più il mondo intero diviene connesso e interattivo, la mia vita legata alla tua con un semplice clic, più gli spostamenti elementari da città a città, dalla periferia al centro, dal nord al sud del Paese divengono proibitivi. Come se potessimo conoscere la mobilità solo stando seduti, perciò immobili, davanti al computer. Oramai intere regioni d’Italia non hanno collegamenti non solo sufficienti ma minimamente decenti.