La vita è un treno, quarta puntata della docu-serie: “Tra due mari”

C’era una linea che univa il Tirreno all’Adriatico, la Civitavecchia-Orte-San Benedetto del Tronto, ma è stata dismessa.

Quarta e ultima puntata della docu-serie ‘La vita è un treno’ firmata dal giornalista e scrittore Antonello Caporale e dal regista Enzo Monteleone.

Il reportage de ilfattoquotidiano.it dedicato alle tratte delle ferrovie italiane prima dismesse e poi abbandonate.

Un viaggio sentimentale e un atto di denuncia civile. Un percorso lungo tremila chilometri seguendo la traccia della ruggine dei binari.

 

Antonio Ingroia: “In politica ho fatto errori ma clientelismo mai”

L’assunzione di un grappolo di raccomandati, tradizionale pacchetto di scambio della Palermo di sempre, un po’ clientelare e un po’ criminale, da parte di Antonio Ingroia nelle vesti di commissario liquidatore di una società pubblica siciliana, contrasta prima ancora che con la sua vita con il principio di gravità. Repubblica ieri ha riferito di un tipico lascito di Cuffaro, l’ex presidente ora in carcere. Nomi di clienti da salvaguardare incistati nella pancia della Regione più sprecona d’Italia. Siamo corsi da Ingroia a chiederne conto. E domandargli anche degli errori, delle sviste, dei formidabili autogol che lo hanno accompagnato nei suoi passi in politica.
Prima stranezza: un commissario liquidatore anzitutto liquida, non assume.
Comprendo la sua perplessità. Il mio mandato, conferitomi a luglio scorso dal presidente della Regione Siciliana.Continue reading

La vita è un treno, la terza puntata della docu-serie: ‘L’alluvione e il presidente’

Questa volta siamo nelle Langhe in Piemonte dove Carlo Petrini, creatore di Slow Food, ha fondato l’università della Gastronomia. Questo solo uno dei luoghi toccati nella terza puntata della docu-serie de ilfattoquotidiano.it dedicata alle tratte delle ferrovie italiane prima dismesse e poi abbandonate. ‘La vita è un treno’ è firmata dal giornalista de Il Fatto Quotidiano e scrittore Antonello Caporale e dal regista Enzo Monteleone. Un viaggio sentimentale e un atto di denuncia civile. Un percorso lungo tremila chilometri seguendo la traccia della ruggine dei binari.

Tra preferenze e nominati la casta salva la poltrona

LA BATTAGLIA CHE SI ANNUNCIA È TRA CHI RIMPIANGE LA PRIMA REPUBBLICA E CHI VORREBBE TORNARE A UN “PORCELLUM” SENZA BADARE ALLA CONSULTA


Restaurare il sistema delle preferenze avrebbe fatto la felicità di gente come Fiorito, vero. Ma lasciare a un padrone solo la gestione della vita di ciascun eletto e finanche delle sue presenze in tv conferma che non ci sarà scelta malgrado la richiesta della Consulta: in Parlamento si entra per nomina. E da deputato si trasformerà in pigiabottoni. Ciò che ordina il capo si vota. Ciò che lo turba si respinge. O sei cooptato oppure pedalare.
PER ARRIVARE a questo risultato Matteo Renzi ha dovuto stringere un patto d’acciaio con Silvio Berlusconi (e forse anche con Dudù). Riesumarlo, restituirgli il cavalierato, l’onore perduto, il vestito da statista e l’opportunità di divenire in zona Cesarini, quando tutte le stelle sotto il suo cielo si erano offuscate, il nuovo padre della Patria. Immaginiamo lo sforzo che ha dovuto fare B. nell’accettare la dura proposta di far vergare da Denis Verdini (in linea retta quarto padre della Patria) la lista dei candidabili del centrodestra. Tu entri e tu no. Tu vai in Liguria e tu in Piemonte. “Intanto però noi cambiamo l’Italia”, ha detto Renzi alla riunione della direzione del Partito democratico. Continue reading

Legge elettorale, il terrificante inizio di Matteo Renzi

Ha il merito indiscusso di aver dato la sveglia a una politica sorda, gambe e velocità a un sistema immobile, senza più reputazione, persuaso che il potere serva solo ad accumularne altro, nell’idea primordiale che nulla cambia e nulla può cambiare. Matteo Renzi ha fatto cambiare verso, si può convenirne, e ha dato concretezza a una speranza di cambiamento o solo a un progetto, o al limite alla semplice idea che la politica può essere più degna, più vicina alla gente, più pronta a dare le risposte.
Ecco però che a questo punto la corsa di Renzi verso la meta esprime un’altra terrificante idea che fa cornice alla prima e che tutto racchiude: fare qualsiasi cosa e con chiunque e ad ogni costo pur di guadagnerne in popolarità e forza politica.
Mi prendo la briga di elencare quel che non quadra di questo giovane leader.Continue reading