Domani, 14 agosto, compare sul Fatto la prima delle cinque puntate del viaggio lungo alcune delle tratte dismesse delle ferrovie italiane.
In autunno sul Fatto.it un documentario in più puntate curato da Enzo Monteleone, una grande firma del cinema d’inchiesta italiano.
Le riprese sono di Vittorio Antonacci
Le generose follie elargite dallo Stato hanno riguardato tutti i settori: strade, sanità, istruzione, energia, ammortizzatori sociali, pensioni ecc., ma la scure dei tagli è caduta solo sulle ferrovie, scrive giusto Caporale.
Tutto ciò che era pubblico è stato mal gestito, prova ne è che le ferrovie (quelle dello Stato italiano!!) da anni producono utili.
I pullman devono “integrare” la rete di trasporto pubblico ma non devono i sostituire il treno a meno che si chiudano entrambi gli occhi sui problemi legati all’inquinamento, ai parcheggi, al trasporto delle bici, al trasporto disabili, alle possibilità turistiche, alla memoria storica e all’isolamento dei territori, aggiungerei anche, a meno che si voglia favorire la speculazione edilizia.
Solo dove esistevano forti legami della politica locale con ditte di autotrasporto si è sostituito il treno con il pullman.
Infine non mi sembra che le aziende di trasporto su gomma, pur avendo finanziamenti pubblici, se la cavino bene:
http://www.corriere.it/economia/13_luglio_29/conti-in-rosso-tagli-e-fallimenti-il-dissesto-del-trasporto-locale-valentina-santarpia_e453d144-f807-11e2-a59e-96a502746665.shtml
Marco spiegarmi perché la Merano Malles ha avuto un successo strepitoso con 11milioni di passeggeri trasportati in 5anni di esercizio tanto e bastato per raddoppiare la capienza dei treni. Se si integrano e non si mettono in concorrenza la gomma ed il ferro come e’ successo in questa ed in altre linee considerate rami secchi ma riaperte e messe in condizioni di integrarsi a vicenda il successo e’ assicurato
Scrivo sul Fatto di trasporti, e ho un blog sul tema. Mi piacerebbe che ci scambiassimo direttamente idee sul tormentone ferroviario (non ho la tua mail personale). Intanto due note sul pezzo di oggi: lo Stato, cioè noi contribuenti, è stato follemente generoso con le ferrovie, altro che “pugno di ferro”. Mediamente 6 miliardi all’anno di sussidi nel decennio 2000-2010, solo un pò diminuiti recentemente per mancanza di quattrini.
Poi un buon servizio di autobus che sostituisca ferrovie costosissime per la mano pubblica non è affatto una vergogna, come solidi interessi costituiti vogliono far credere. Le tariffe sono comunque molto basse, e i tempi di viaggio spesso addirittura migliori (non dimentichiamo che la ferrovia richiede due “rotture di carico”, l’autobus può fornire servizi molto più capillari, cioè più vicini al “porta a porta”). E autobus pieni alla fine non inquinano di più di ferrovie semivuote. In tutto il mondo, per questi motivi, moltissime ferrovie locali sono scomparse.
La retorica ferroviaria, ancora fortissima, si basa sul concetto “qualcun altro pagherà”, radicatissimo in questo paese……
Best
Marco Ponti