DAL MINISTERO DI PASSERA INVITO ALLA “PRUDENZA” NELL’ESEGUIRE LE DEMOLIZIONI. ERA UN FALSO
C’è il tocco di una mano esperta e sapiente. La collusione evidente di funzionari infedeli, la prova certa che il timbro del ministero è stato utilizzato per frodare non soltanto una legge, ma condurre in porto un disegno eversivo. È il segno che anche l’impossibile è stato raggiunto: pezzi importanti di un ceto politico e/o lobbistico, non riuscendo a soddisfare le richieste illegali, si sono affidati ai falsari, che evidentemente hanno dimora nel cuore dello Stato, per raggiungere il risultato. Se non si possono cambiare gli effetti di una legge, se ne trafuga il timbro, trasformando così la verità in falsità, raccogliendo il presunto consenso attraverso forme finora conosciute solo alla criminalità comune. E la vergogna è giunta al livello massimo, documentato da una circolare della Direzione generale per le politiche abitative del ministero delle Infrastrutture che ha dovuto inoltrare a un gruppo di sindaci un “avviso di falsificazione in atti” disconoscendo una sua nota (“falsificata nel contenuto, nel protocollo e recante modalità di firma non esistenti presso la Direzione”) e diffidandoli dal darne corso.
I FATTI. Il giorno 7 marzo 2013 dal ministero delle Infrastrutture giunge una nota apparentemente ufficiale ai sindaci dei comuni vesuviani in cui si raccomanda “prudenza” nella esecuzione delle ordinanze di demolizione dei manufatti abusivi che in quel territorio, per i motivi che spiegheremo, raggiungono la cifra di 67 mila. Le demolizioni produrrebbero secondo la nota una ulteriore impennata dei senza lavoro. In effetti la pressione demografica e la diffusa illegalità hanno prodotto la conquista da parte del cemento delle pendici del Vesuvio da tutti i suoi lati. Un accerchiamento ciclopico, con mezzo milione di persone che vivono su una bomba ad orologeria. Il Vesuvio, non bastasse Pompei a ricordarlo, è un vulcano costantemente monitorato per il fondato timore di una eruzione ad altissima pericolosità ambientale. Ciò che preoccupa la protezione civile è la coniugazione di due fattori di rischio potenzialmente apocalittico: l’alta probabilità dell’evento coniugata all’enorme massa abitativa su cui insisterebbe. In gergo tecnico si chiama “rischio esposto”. Il rischio esposto di quella zona è al livello tra i più alti al mondo. Però arriva la circolare della “prudenza”. Legge i giornali con particolare attenzione Marco Di Lello, deputato socialista ed ex assessore all’urbanistica con la giunta Bassolino. Autore di una legge del 2003 che agevolava l’opera di demolizione e anzi indicava nel programma di alleggerimento demografico denominato “VesuVia” l’unica chance per far fronte al pericolo. La circolare dissuasiva, quella che blocca nei fatti le ruspe, è dichiaratamente in conflitto con la legge che ha promosso. Per il principio della gerarchia delle fonti e del rispetto delle competenze esclusive appare totalmente illegittima. Lunedì 6 maggio Di Lello presenta al ministro dell’Infrastrutture (oggi Maurizio Lupi, ma a marzo ancora Corrado Passera) l’interrogazione parlamentare (la n. 4-00123) con la quale chiede conto. L’interrogazione giunge al tavolo dell’ufficio da cui è partita la circolare, retto dall’architetto Costanza Pera, alto funzionario distintosi in passato per equilibrio e rigore. Legge ma non ricorda di aver mai firmato un simile atto. Fa leggere ad altri funzionari e nessuno se ne assume la paternità. D’altronde è impossibile farlo: la firma di chi ha emanato questa direttiva è falsa. Il falsario (i falsari?) ha diramato un provvedimento che oggettivamente si pone come sostegno ad una azione politica, di per sè lecita, patrocinata dal Popolo della libertà ma che in Campania nutre anche di favori in settori del Partito democratico e nella schiera trasversale dei sindaci vesuviani, per allungare la vita delle case. No alle ruspe è stato lo slogan di Silvio Berlusconi che ha goduto in quel territorio, anche per questa sua presa di posizione, di un voto popolare alle scorse elezioni politiche molto più alto del previsto. No alle demolizioni è la costante della posizione in cui tutto il centrodestra tuttora e con forza si esprime. A quel no si è aggiunto, a sorpresa, anche il no governativo.
IERI, CON UNA DURA NOTA (la 7480) il direttore generale del ministero ha disconosciuto la firma e diramato un avviso “di falsificazione in atti” comunicando alla Regione Campania e ai sindaci dei comuni vesuviani che è stata acquisita una copia “di una falsa nota datata 7 marzo 2013 falsificata nel contenuto, nel protocollo e recante modalità di firma non esistenti presso la direzione generale”. Il documento oggi è al vaglio dei Ros. Il ministero, e qui la missiva tradisce il livello di fiducia che esiste nell’amministrazione pubblica, diffida “i signori sindaci dall’utilizzare eventualmente la predetta nota come presupposto di atti di competenza delle amministrazioni in indirizzo”. Dubbio finale: ma quanti sono i falsi ordini, i falsi timbri e i falsi provvedimenti? Uno o centomila?
da: Il Fatto Quotidiano, 18 giugno 2013