Era il 1998 e a Carlo Verdone venne in mente di fare il sindaco di Roma. “Scrissi la sceneggiatura di botto. Un quarto d’ora ed ero pronto alla discesa in campo”.
Il manifesto programmatico: Affida la città a chi ha sofferto.
Un mezzo bullo, sicuramente mitomane e una netta inclinazione all’esibizionismo. I politici, mi sono accorto poi col tempo, hanno un piacere assoluto nella mitomania, che è una pura devianza dell’intelligenza, una cosa da psicanalisi, una questione evidente di regressione fantastica, estrema necessità di stupire ed esibirsi.
Gli italiani sono affascinati dai mitomani.
Gli italiani, lei dice. È un Paese così disunito, strano, distinto. A una parte di italiani il mitomane affascina, l’eccentrico fa proseliti, il miliardario conquista simpatie chiama all’emulazione, produce milizie che ingaggiano una lotta col destino per divenire ridens e pieni di banconote. Hanno un bisogno patologico di una suggestione forte, eccessiva.
La politica ha superato il suo cinema, la curva estrema dell’impossibile.Continue reading