LO STORICO DIRETTORE DELL’ECONOMIST: “DEL VOSTRO PAESE RESTA SOLO IL CORPO SCHELETRICO, RIDOTTO ALLA FAME. IL VOTO A BEPPE GRILLO NON È ALTRO CHE UN RANTOLO DI FINE CORSA”
Se state annegando in una crisi che definite senza precedenti è perchè gli argini della società civile non hanno retto. In Italia si è verificato un collasso di tutti gli organi vitali della comunità: prima la politica certo. Ma poi la Chiesa, poi la famiglia, infine l’informazione. Un birillo caduto sull’altro, un effetto domino disastroso. Non c’è istituzione salva, integra, degna. Alla fine, del vostro Paese resta il corpo scheletrito, ridotto alla fame. Lo scuoti ma non ricevi segnali di vita. Lo osservi e lo trovi immobile, insensibile a qualunque sollecitazione. Il voto a Beppe Grillo non è altro che un sussulto, un rantolo di fine corsa, un moto di rabbia e impotenza insieme”.Continue reading
L’Aquila: la città inutile in lotta con i suoi fantasmi
Fantasmi sotto i portici, solo le ombre riempiono le strade de L’Aquila, la città inutile. Domani saranno quattro gli anni che ci separano da quella frustata, la scossa che sommerse di pietre 309 persone. Sono gli anni della nostra ultima vergogna, che raccontano la cattiva coscienza degli italiani e anche perché tacerlo? la disposizione spesso supina degli aquilani ad accogliere tra le braccia ogni scempio, e ritrovarsi disperati dopo che i soldi hanno imbiancato le strade come fiocchi di neve del Gran Sasso.
Arrivo a Preturo e guardo l’aeroporto, la pista che doveva dare all’Aquila ferita ali nuove, per tornare a volare. Ci è atterrato Berlusconi quando era presidente muratore, poi, raccontano, una volta l’imprenditore Barilla e infine il nulla. Erbacce al costo di una ventina di milioni di euro. Preturo ha davanti L’Aquila e lei guarda il Gran Sasso. Sta facendo i conti con i soldi che non arrivano, che si perdono nelle promesse, oppure che ci sono ma non bastano. I soldi sembrano averla affamata, resa astiosa, incredula che, dopo l’interminabile show mediatico di cui è stata protagonista. Ora nessuno bada più alla sua condizione. Non un rigo sui giornali, un minuetto in televisione, una dichiarazione alle agenzie di stampa. “Se l’Italia ci ha dimenticati, ammaineremo la bandiera dal municipio, cacceremo perfino il Prefetto se ci toccherà farlo, rammenteremo a tutti la nostra dignità”. Sante parole quelle del sindaco Cialente che rivendica il diritto alla memoria, alla solidarietà e soprattutto alla ricostruzione.Continue reading
Democrazia diretta? I Cinque Stelle leggano Aristotele
LA GRECISTA EVA CANTARELLA E LA POLITICA DI OGGI: “I NOSTRI RAPPRESENTANTI NON HANNO PIÙ PAROLE PERCHÉ NON HANNO IDEE: SFOGLINO L ’ODISSEA, FAREBBE BENE A TUTTI”
Manca l’impegno, l’approfondimento, l’applicazione quotidiana. Manca lo studio, dilaga l’ignoranza. “La politica non ha più parole perché non possiede idee. Che nascono se si dispone al pensiero, allo studio sistematico, alla fatica. Secondo lei hanno mai letto Omero?”. Eva Cantarella è una grecista di fama internazionale, i suoi libri, i suoi studi sul diritto romano e la Grecia antica sono noti in tutto il mondo, e si inquieta all’idea dei senza idee. Professoressa, almeno cento sui mille del Parlamento avranno letto, altri cento avranno solo sfogliato il suo libro preferito. “Non chiedo di leggere tutta l’Odissea , che pure è uno strepitoso libro sulla vita, sull’esistenza, un viaggio alla ricerca di se stessi mescolato alla potenza della fantasia. Almeno lo tenessero sul comodino e lo sfogliassero qualche volta. E lo alternassero con un volume fondamentale di John Rawls: La teoria della giustizia. Basterebbero solo alcuni passi per capire di più il mondo e persino il nostro tempo”.Continue reading
Remo Bodei “Schiavi della precarietà, serve ministro del futuro”
IL FILOSOFO CON SGUARDO AMERICANO PROPONE UNA FORMULA MAGICA E MAI VISTA PRIMA: “SIAMO INCHIODATI ALL ’ISTANTE PER VEDERE I PROCESSI A LUNGO TERMINE E NON ACCAPIGLIARSI”
In una società senza più passioni tocca bussare alla porta del filosofo Remo Bodei, cultore dell’idealismo. Guarda l’Italia con occhi quasi americani (insegna alla Ucla in California). Sorvola spesso l’oceano che lo riporta a Pisa dove ha studiato, prima allievo poi docente alla Normale. Siamo naufraghi in questo mare agitato, professore. “Lottare con le onde alte è la condizione del disperato, infatti affogano i migranti, chi è debole e la sua vita è precaria. Questo tempo ci consegna anzitutto questa parola: precarietà. E non solo o non tanto nel senso dell’etimo. Deriva da prex , precis, dunque preghiera, supplica. Ma la precatio vitae è certo e soprattutto il tragitto umano verso l’ignoto: il bimbo che nasce e avanza verso tappe sconosciute offre l’immagine della nostra esistenza”.Continue reading