All’Infedele di Lerner ieri c’erano Violante e Quagliariello, tra le altre cose fautori ed estensori di una nuova legge elettorale. Sia Violante che Quagliariello hanno spiegato compiutamente perchè è indispensabile una nuova normativa. Cosa aggiusta, e dove. E come lo fa. E l’hanno detto utilizzando la ragione, avvertendo dei rischi di ingovernabilità che si corrono se non si porrà rimedio. Bene. E doppiamente utile la loro ricognizione.
Però le parole si convertono da credibili a in-credibili se, oltre all’udito, noi esercitiamo anche il dovere della memoria e facciamo lo sforzo di ricordare. Questa legge elettorale da cambiare, questa legge che fa schifo, che mina la democrazia, che chiude nella mano di un manipolo di potenti la rappresentanza parlamentare è stata – anche da Quagliariello e (forse) da Violante – accettata e condivisa quando fu messa in campo. E quando fu messa in campo? Pochi anni fa e sostituì la imperfetta ma assai più degna legge “Mattarella”. E perchè fu messa in campo? Fu messa in campo per volere anzitutto dell’Udc, della Lega e di Berlusconi, con tenue voce discorde del centrosinistra, per annullare gli effetti della normativa in essere, incapace di assicurare la vittoria larga allo schieramento egemone, allora di centrodestra.
Ricapitolando: tu fai una porcata antidemocratica, ne godi i frutti elettorali e di potere e con una incommensurabile faccia di bronzo, quando essa diviene insostenibile davanti al Paese, la dileggi e proponi la soluzione al problema che tu hai provocato con premeditazione.
Io cosa devo pensare? E – soprattutto – quale fiducia devo nutrire nelle tue parole, e quale stima consegnare alla tua persona?
Ecco il punto: se penso che tu sei un baro, e lo dimostro, io divengo un pazzo estremista, guerriero cieco dell’antipolitica?