Rifiuti: Parma come la Campania

Non solo camorra

di Valerio Calabrese

Non bastavano le denunce di giornalisti e magistrati. E poi gli arresti: giusto un anno fa la Dia del Tribunale di S. Maria Capua Vetere sequestrava beni e società per oltre 20 milioni di euro del clan dei Casalesi nel territorio parmense. Parma, la nuova filiale dei Casalesi, lontana dai riflettori, florida e tranquilla per ripulire i capitali sporchi.
Ma l’analogia tra la terra del parmigiano e quella della mozzarella sfonda oggi nella questione rifiuti. Così come i rifiuti campani, infatti, anche quelli di Parma fanno un bel giro prima di finire in discarica o all’incenerimento. E sì, perché Parma non può fare né l’uno né l’atro, perché lì non esistono né impianti di interramento né di combustione. 88mila tonnellate di immondizia che ogni anno i parmensi spediscono altrove, proprio come i napoletani. Operazione costosa però, e troppo. E nella città ducale scoppia allora la questione termovalorizzatore. Continue reading