“Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto il cielo, sento che per me è capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso e rinnovarmi ogni giorno. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse.”
Antonio Gramsci
1° gennaio 1916, “Sotto la mole”, Avanti!
Sciocchi e bricconi
È stato osservato che è preferibile il briccone allo sciocco, perché col briccone si può venire a patti e fargli fare il galantuomo per tornaconto, ma dallo sciocco… sequitur quodlibet. È anche vero che il briccone è preferibile al semibriccone. In realtà, nella vita, non si incontrano mai bricconi dichiarati, tutti d’un pezzo, di carattere, per così dire, ma solo semibricconi, ti vedo e non ti vedo, dalle azioni ambigue, che riuscirebbero sempre a giustificare facendosi applaudire. È da pensare che il briccone sia un’invenzione romantica, oppure sia tale solo quando si incontra con la stupidaggine (ma allora è poco pericoloso, perché si scopre da sé). È da osservare che il briccone vero è superiore al galantuomo; infatti: il briccone può anche essere «galantuomo» (cioè può «fare» il galantuomo), mentre il galantuomo non fa bricconerie in nessun caso e per questo appunto è «galantuomo». Stupido davvero chi si aspetta di aver [a] che fare con bricconi dichiarati, patenti, indiscutibili: invece si ha anche troppo spesso a che fare coi semibricconi, che pertanto sono essi i… veri ed unici bricconi, quelli della realtà quotidiana. Per il rapporto «sciocco-briccone» è da ricordare il rapporto «sciocco-intelligente», nel senso che l’intelligente può fingersi sciocco e riuscire a farsi credere tale, ma lo sciocco non può fingersi intelligente e farsi credere tale, a meno che non trovi gente più sciocca di lui, ciò che non è difficile.
Antonio Gramsci
Passato e Presente, Quaderni del carcere
Rifiuti: Parma come la Campania
Non solo camorra
di Valerio Calabrese
Non bastavano le denunce di giornalisti e magistrati. E poi gli arresti: giusto un anno fa la Dia del Tribunale di S. Maria Capua Vetere sequestrava beni e società per oltre 20 milioni di euro del clan dei Casalesi nel territorio parmense. Parma, la nuova filiale dei Casalesi, lontana dai riflettori, florida e tranquilla per ripulire i capitali sporchi.
Ma l’analogia tra la terra del parmigiano e quella della mozzarella sfonda oggi nella questione rifiuti. Così come i rifiuti campani, infatti, anche quelli di Parma fanno un bel giro prima di finire in discarica o all’incenerimento. E sì, perché Parma non può fare né l’uno né l’atro, perché lì non esistono né impianti di interramento né di combustione. 88mila tonnellate di immondizia che ogni anno i parmensi spediscono altrove, proprio come i napoletani. Operazione costosa però, e troppo. E nella città ducale scoppia allora la questione termovalorizzatore. Continue reading