Trent’anni fa, il 23 novembre 1980 una terribile scossa stravolse l’Irpinia. 3000 morti, 9000 feriti e 300.000 sfollati: ma mentre il presidente Pertini denunciava le responsabilità di chi avrebbe dovuto prevenire e intervenire, su quella tragedia si erano già lanciati come sciacalli potentati locali e aziende del nord, già pronti ad accaparrarsi i frutti della ricostruzione. Il libro di Caporale parte da un quadro comparato dei costi e del valore politico di quattro terremoti, dall’Irpinia all’Aquila (2009), passando per Molise e Umbria. Il dato sorprendente è che sono stati dirottati in un anno a L’Aquila risorse cinque volte maggiori di quanto speso per l’Irpinia. Poi, con la scoperta della cricca, il primo soccorritore d’Italia è scomparso dalle scene. E anche Berlusconi ha visto offuscata la sua stella.