Casa mia, casa tua (da Impuniti, anno 2007)

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Case svendute, case regalate. Ah, le case! L’elenco giunge con inconsapevole perfidia durante le settimane in cui l’opinione pubblica si allarma per le voci sulla crisi dei mutui in America: gli americani infatti non riescono più a far fronte ai loro mutui “subprime”, polpette avvelenate nello stomaco di impiegati e operai che hanno contratto debiti a un costo che nel tempo è salito fino a uccidere la loro speranza di un avvenire. Le case prima ipotecate, poi sequestrate, infine perdute.

Nel giorno in cui George W. Bush annuncia misure straordinarie a favore degli insolventi (anche nelle cancellerie dei tribunali italiani fanno capolino i mucchietti di decreti ingiuntivi delle banche nei confronti di clienti incapaci di onorare le rate dei mutui che l’Abusdef, associazione dei consumatori, già stima in 450 mila). L’Espresso rivela di ministri e leaders di partito, magistrati, giornalisti, sindacalisti che hanno ottenuto l’acquisto dell’appartamento in cui vivono, e anche di appartamenti in cui non potranno vivere (a meno che non godano pure del dono esclusivo dell’ubiquità) a un prezzo clamorosamente scontato. L’ex moglie e le due figlie di Pierferdinando Casini avrebbero, usiamo inutilmente il condizionale, racimolato cinque appartamenti dalle Generali. Un palazzetto intero in via Clitunno, zona chic di Roma, 30 vani catastali a 1,8 milioni di euro. Con quei soldi il mercato immobiliare in quella zona al massimo ti fa comprare un appartamento di 140 metri quadrati. Walter Veltroni ha ottenuto la casa dove suo papà lo ha fatto vivere fin da piccolo: via Velletri. Otto vani, 377 mila euro. Va detto che almeno in quello stabile le condizioni offerte a lui sono risultate identiche a quelle offerte a tutti gli altri inquilini. E Bonanni, il leader della Cisl, con 201 mila euro si è fatto un bel tetto romano. Il capolavoro, perché tale è, lo ha compiuto Clemente Mastella: lui e la sua famiglia hanno inghiottito cinque appartamenti al Flaminio (al prezzo, in blocco, di 1,2 milioni di euro); i suoi due figli maschi hanno aggiunto al patrimonio l’intera sede che ospita la redazione del Campanile, giornale di partito, in Largo Arenula (1 milione 450 mila euro), cuore del cuore di Roma. Affaroni: il valore di mercato è di tre, a volte quattro, a volte dieci volte superiore. Mastella l’unico che ha annunciato querela: “L’Espresso ha messo in dubbio la mia moralità”. Nel suo annuncio in verità approfondisce unicamente dettagli della propria condotta, (“ho investito tutti i miei risparmi!”) senza ritenere utile rettificare i fatti descritti dal settimanale. Mastella non nega, o non avverte la necessità di negare immediatamente (magari lo farà di fronte al giudice), che moglie e figli abbiano acquistato dall’ente diversi appartamenti (cinque) nello stesso stabile, al prezzo descritto che continua ad apparire da discount. E il comunicato della Servizi e Sviluppo srl, la società che ha invece acquistato la sede della redazione del “Campanile”, il giornale dell’Udeur, non smentisce il dato di fondo: e cioè che l’assetto proprietario sia detenuto in via totalitaria da Elio e Pellegrino Mastella, figli di Clemente, ma precisa solo che l’appartamento “è stato acquistato nel rigoroso rispetto dei criteri e delle modalità stabiliti dalla normativa in materia”. La Servizi e Sviluppo srl dei Mastella jr ha esercitato “un diritto di prelazione previsto dal codice per tutti i cittadini”. Per tutti, quindi.
Le case. Quelle degli enti previdenziali, belle e di valore, vendute, o svendute. E le altre di proprietà pubblica, periferiche, forse sporche, fredde, brutte, le case popolari cioè, non trovano invece ancora il modo di essere dismesse. Sono circa un milione gli alloggi pubblici gestiti, secondo un report dell’Unione europea riferito da Roberto Perotti sul Sole 24 Ore, da “6.800 organizzazioni di edilizia sociale contro le 566 dei Paesi Bassi che devono gestire più del doppio di abitazioni: 2,2 milioni”. Organizzazioni di edilizia sociale, le definisce l’Europa. Cosa sono? Enti pubblici, o parapubblici. Regionali, provinciali, comunali. Solo in Italia sono così tanti: 6800. Già, contarli tutti è difficile.
Alimentano quella che Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della Confindustria (e dal 1991 presidente della Ferrari, dal 2004 presidente della Fiat, e anche presidente della Luiss, presidente della Fiera Internazionale di Bologna e consigliere di amministrazione di varie altre società) sul Corriere della Sera ha definito “discariche per politici trombati” . L’atto di accusa è sì sferzante ma anche molto impegnativo perché proviene dalla poltrona più autorevole della imprenditoria privata. Alta borghesia illuminata. Illuminata? Il degrado delle istituzioni pubbliche in Italia purtroppo avvolge anche la colonna vertebrale del sistema economico. Senti chi parla è il titolo di un libro di Mario Giordano, direttore de “Il Giornale”. Il senti chi parla è un sonoro ceffone sul volto del ceto cosiddetto affluente. Giordano prende di mira “l’Italia dei predicatori”. E tra coloro che predicano (o hanno predicato) bene ma razzolano (o hanno razzolato) male fa figurare proprio Montezemolo. Giordano gli graffia il volto, gli sporca il maglione di cachemire ricordandogli che nel lontano maggio del 1985 anch’egli dovette ammettere di non essersi comportato all’altezza del rigore avvertito, e in una forma così decisa e ultimativa, oggi. Davanti al giudice istruttore Gian Giacomo Sandrelli, Luca di Montezemolo (Monteprezzemolo lo sbeffeggia Dagospia) “ammise di aver incassato danaro per introdurre vari personaggi ai piani alti di Corso Marconi”. Ecco il testo dell’ammissione: “E’ un episodio della mia vita che giudico assai vergognoso. Rammento con precisione due versamenti: uno di trenta milioni e uno di cinquanta”. Una parte della somma venne consegnata in un cofanetto vuoto che, prima dei contanti, aveva contenuto un libro di Enzo Biagi. L’episodio è ricordato, senza che altre mani l’abbiano sbianchettato (e questo fa onore a chi accetta di rileggere la propria vita comprese le ombre che l’hanno potuta segnare), nella biografia del presidente di Confindustria pubblicata da Wikipedia, la libera e documentatissima enciclopedia dell’era di internet.

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2 Comments

  1. Avendo letto il libro conosco bene questo scempio che hai descritto..e chissà quanti altri si consumano quotidianamente o si sono consumati dalla nascita della nostra repubblica (con la r volutamente minuscola).

  2. Stiamo scoprendo ancora una volta l’acqua calda? O meglio, fortunatamente si sta aprendo qualche varco ? Sono scettica, perché sospetto che con qualche capro espiatorio si tenti di accreditarsi come garanti della questione morale. Penso anche alle controcampagne di certa stampa controllata che non fa capire più niente alla gente, che continuerà a pensare che in fondo tutti i politici sono uguali. Ma quando non si distingue, ahimè! non si comprende. Tuttavia continuiamo le buone campagne di informazione, anche con il tam tam sulla rete, che sta diventando un buon spazio di partecipazione! Per Antonello un saluto da una ‘vecchia’ compagna di liceo.

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