Siamo il Belpaese di navigatori poeti e peccatori

gazzetta_mezzogiorno1 di Gino Dato

Noi come gli altri. La legge dell’emulazione è la stessa che ci detta i comportamenti più singolari, che ci fa guardare nell’orticello dell’altro per invidiarne pregi ma, soprattutto, difetti e peccati. Gli stessi che facciamo nostri in una lotta per distruggere ogni comandamento morale. Come la nostra deriva stia avanzando è uno spettacolo che richiede capacità di uscire, allontanarsi dal quotidiano, quasi volassimo su un elicottero che si solleva sul paesaggio e riesce a disegnare un quadro d’insieme. Servono quelle che un tempo, nel gergo giornalistico, si chiamavano le inchieste. Con l’aiuto di alcuni giovani colleghi, ne ha costruita una il giornalista di «la Repubblica» Antonello Caporale. Dieci capitoli di un immaginario e tremebondo girone d’Italia raccolti per l’editore Baldini Castoldi Dalai nel titolo Peccatori. Gli italiani nei dieci comandamenti, una verosimile fotografia delle idolatrie e devianze del nostro tempo.Continue reading

Casa mia, casa tua (da Impuniti, anno 2007)

copertina_impuniti1

 

Case svendute, case regalate. Ah, le case! L’elenco giunge con inconsapevole perfidia durante le settimane in cui l’opinione pubblica si allarma per le voci sulla crisi dei mutui in America: gli americani infatti non riescono più a far fronte ai loro mutui “subprime”, polpette avvelenate nello stomaco di impiegati e operai che hanno contratto debiti a un costo che nel tempo è salito fino a uccidere la loro speranza di un avvenire. Le case prima ipotecate, poi sequestrate, infine perdute.

Nel giorno in cui George W. Bush annuncia misure straordinarie a favore degli insolventi (anche nelle cancellerie dei tribunali italiani fanno capolino i mucchietti di decreti ingiuntivi delle banche nei confronti di clienti incapaci di onorare le rate dei mutui che l’Abusdef, associazione dei consumatori, già stima in 450 mila). L’Espresso rivela di ministri e leaders di partito, magistrati, giornalisti, sindacalisti che hanno ottenuto l’acquisto dell’appartamento in cui vivono, e anche di appartamenti in cui non potranno vivere (a meno che non godano pure del dono esclusivo dell’ubiquità) a un prezzo clamorosamente scontato.Continue reading

Il cachet del 1 maggio

C’è un motivo per festeggiare il primo maggio anche con un concerto? Certo che sì.
E c’è un buon motivo perché il concerto, anzi concertooone, costi due milioni di euro?
Che tristezza vedere gli organizzatori, cioè i sindacati, depositati nelle retrovie del palco, con il fantastico trio Bonanni-Angeletti-Epifani rinchiuso in uno sgabuzzino a rispondere a una fantastica domanda (“siete pentiti di aver scelto questo pezzo di presentatrice?”) della altresì fantastica conduttrice, presumo a gettone.
Impacciatore si chiama lei.
Io dò una festa ma devo evitare gli ospiti. Curioso…
È solo la cattiva coscienza degli organizzatori, la cattiva fama che il sindacato ha, la non sempre onorabile opera di tutela degli occupati (e dei disoccupati) a permettere questo cortocircuito della decenza.
Fossero stati con la coscienza a posto, e coerenti e determinati, i tre avrebbero saldato il conto anziché del concerto soltanto del palco, magari con qualche luce psichedelica in meno. E avrebbero invitato gli artisti, i concertisti, gli autori, i direttori, i conduttori (e le conduttrici) a prestare la propria opera gratuitamente. Proprio in ragione della festa del lavoro. Per chi ce l’ha e per chi l’ha perso.
Alla fine della festa o all’inizio o in mezzo si sarebbero presentati tutti e tre affrontando le rose e le spine del palco e rispondendo a domande vere di una presentatrice senza cachet e perciò parecchio incazzata. Magari esibendo un assegno: ecco un milione di euro. Sarebbe molto servito, tanto per fare un esempio, agli schiavi di Rosarno, città che pure ieri i tre hanno visitato. O anche, se proprio avessero voluto strafare, destinando, che so, 200 assegni di ricerca da cinquemila euro ciascuno.
È festa? E festeggiamo allora.
Ma le cose semplici sono stupide.