Se si afferma, come mi pare dica Massimo D’Alema, che per salvare questo Paese, per il bene di questo Paese, per la stessa tenuta democratica di questo Paese, sia necessario trovare con la maggioranza un punto minimo di condivisione. E se questo punto minimo finisce per concidere esattamente con la questione di come tutelare il premier dall’azione pro-tempore della magistratura, è del tutto evidente che si assume come definitiva e inappellabile la tesi che l’ordine giudiziario da potere costituzionale si sia trasformato nel tempo e in alcune sue frange in potere sovversivo. Da cui, appunto, bisogna difendersi con la forza della legge.
Basta essere chiari e dire pane al pane.
Poi però bisognerebbe anche fare i conti con le parole pronunciate…
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Massimo D’Alema rappresenta, insieme ad altri esponenti politici come Rutelli, Fassino, Veltroni e tanti altri, coloro che sono artefici sia del disfacimento del centro-sinistra sia dello strapotere di cui ormai oggi gode il Cavaliere.
Quando sono stati al Governo per 5 anni (’96-’01) non hanno risolto un’anomalia grave del nostro sistema politico, vale a dire il “conflitto di interessi” di Berlusconi, permettendo a quest’ultimo di continuare a bombardare le persone di messaggi espliciti o subliminali, facendo loro il lavaggio del cervello, arrecando in loro disinteresse verso la politica, la cultura, scarso senso del rispetto delle regole, e quant’altro…
Non bisogna dimenticare che il lodo Berlusconi, architettato da Craxi, passò anche grazie ai voti del PCI, il cui reponsabile all’informazione era proprio Walter Veltroni, facendo concentrare nelle mani di un unico proprietario, il controllo della metà dell’offertà televisiva nazionale.
Ci sarebbe altro ancora da dire, ma è giusto non dilungarsi. Ciò che però è giusto riportare è anche il modo con il quale tali esponenti hanno gestito la propria parte, la propria coalizione, cambiando 3 Presidenti del Consiglio in 5 anni una volta, e durando 20 mesi un’altra volta; per non parlare di come hanno creato e stanno gestendo quel mostro indefinito chiamato “Partito democratico”…
E D’Alema ha ancora il coraggio di parlare di bicamerale…
Continuo a leggere il tuo “Impuniti” (lentamente causa alcuni impegni) tra una risata per l’ironia con la quale l’hai scritto, e una lacrima per i tanti sperperi della pubblica amministrazione…