La memoria ha un’unica grande virtù: aiuta a riconoscere. Ri-conoscere: nomi, fatti, luoghi. Noi abbiamo il vizio antico di essere aggrappati unicamente al presente, qui e ora. Siamo gente dell’oggi, del che si fa stasera? Del domani è un altro giorno. Cosicché quel che è accaduto domenica a Berlusconi (e all’Italia) in piazza del Duomo scaccia, nella nostra memoria labile, ciò che ci eravamo detti su Berlusconi (e sull’Italia) sabato e prima venerdì.
Adesso siamo tutti impegnati a dare una dimensione, un contesto, un pensiero, una via di fuga civile all’aggressione incivile.
La parola chiave con cui tristemente facciamo i conti è onda. Queste giornate sono caratterizzate dall’ondata emotiva, il 5 dicembre in piazza c’era l’onda viola. Negli stadi l’onda violenta. Eccetera.
Va da sé che l’onda rappresenta un moto, appunto il moto ondoso. Va in alto e poi si acquieta, si distrae, sonnecchia, oggi ho da fare in casa e non posso proprio uscire.
Se sapessimo rinunciare all’onda potremmo innanzitutto riannodare la realtà, e anche – se riteniamo – opporci ad essa, con un filo di ragione in più. Se fossimo più tenaci, e anche più consapevoli, riusciremmo forse a farcela, a trovare una strada, un’idea, una passione comune.
Il berlusconismo nasce come frutto della cattiva politica. Ciascuno di voi avrà una spiegazione più larga e compiuta, ma di certo Berlusconi all’inizio della sua, come la chiamiamo, missione?, offre all’Italia un sogno, un futuro magari di plastica, un nuovo inizio. E offre il suo corpo.
Se invece di aggrovigliare il filo nel corpo e nelle parole di questo leader televisivo lo usassimo per partire da un punto. E tenere quel punto in alto e e teso, destineremmo di sicuro migliori energie al nostro tempo.
Di rivoluzionario ci potrebbe essere l’obiettivo, e faccio il primo esempio che mi viene, di sollecitare la politica ad almeno dimezzare in dieci anni la mole economica della corruzione in Italia che ammonta, secondo il servizio trasparenza del ministero della Pubblica amministrazione, a 60 miliardi di euro nel solo 2008.
Invece che un’onda colorata e pirotecnica, bella a vedersi ma così breve e intensa da spegnersi dopo un giorno, un movimento magari meno colorato ma meglio organizzato, più tenace, meno distratto dal presente. Pronto a conoscersi e ri-conoscersi, a tenere una rubrica telefonica comune, utilizzare un alfabeto minimo comune, selezionare un obiettivo comune e perseguirlo tutti i giorni, festivi compresi.
Cosa c’entra la corruzione con Berlusconi? C’entra.
E c’entra anche con la sinistra, con il suo nuovissimo modello di selezione e di ingaggio della classe dirigente.
Troppo generico, troppo indistinguibile fumoso parziale l’obiettivo?
Allora consideriamone un altro.
A me sembra che però l’unica cosa da non fare è restare come siamo e nel punto dove siamo. Increduli e anche un po’ catastrofisti, nel tinello di casa a bestemmiare guardando la tv.
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I due “V-Day” organizzati da Grillo dovevano rivoluzionare il nostro sistema politico, smuoverlo, spingerlo al cambiamento. E cosa è successo invece dopo? Nulla, anzi. A pochi mesi dal primo “V-Day”, alle elezioni politiche che si tennero in seguito alla caduta del Governo Prodi, vinse in modo straripante proprio la coalizione maggiormente oggetto della mobilitazione del V-Day, visto che al suo interno vi sono più condannati ed è quella che al Governo ha elaborato la legge elettorale vigente che non prevede l’elezione diretta dei candidati: la destra formato Berlusconi.
Ma con ciò non voglio dire che tali manifestazioni non debbano essere svolte, anzi, esse hanno un duplice valore positivo, poiché vuol dire che in un Paese vi è democrazia visto che c’è uno Stato che le permette, e che i cittadini sono appassionati e interessati alle tematiche politiche. Tuttavia, alle piazze e al movimento “in rete” deve seguire anche una concreta organizzazione politica, in termini di partiti. Perché volenti o nolenti, le leggi si fanno in Parlamento ed è lì che si possono cambiare davvero le cose. Cosa ha riportato Berlusconi e il berlusconismo al potere? Un centro-sinistra che al Governo è durato appena 20 mesi, e che si è presentato frammentato e diviso alle elezioni successive nell’aprile 2008; perdendo per di più molta credibilità e consensi proprio per la litigiosità mostrata quando era al Governo.
La storia si ripete. Sabato scorso al “No B-day” pure c’era parte del PD, l’IDV, Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi, Sinistra e libertà, oltre che ovviamente la società civile; tutti partiti bravi a scendere in piazza ma che poi il giorno dopo sono di nuovo pronti a litigare e curare il proprio orticello. Oltretutto, mi fanno ridere politici quali Ferrero, Rizzo, Bonelli, Giordano, che quando erano al Governo scendevano in piazza per manifestare contro di esso pur facendone parte, rendendo poco credibile e litigioso agli occhi degli italiani il Governo del quale erano membri. Questi soggetti hanno creato tante crepe nel centro-sinistra, tanto da condannarlo quasi in tutta Italia all’opposizione (partendo proprio dal Parlamento nazionale) ed ora sono ancora lì a sbandierare contro qualcosa che loro stesso hanno favorito.
Anziché scendere in piazza e poi continuare a scindersi e litigare, cerchino di collaborare insieme, ognuno facendo qualche passo indietro; per creare una coalizione, se non un partito unico che contrasti in sede elettorale il cavaliere e i suoi. O almeno, se proprio non ci riescono, facciano come Rutelli che pur se favorisce Berlusconi da nove anni (dalle elezioni politiche del 2001, quando si candidò Premier), almeno non gli manifesta contro in strada. In questo è coerente.
Scusa per il “papiello” come diciamo dalle nostre parti, ma come diciamo sempre dalle nostre parti “quann ce vo’ ce vo’!” 🙂