L’inferno dentro e fuori dal bus

GIORGIO MOTTOLA

La strada sempre di fronte. E la gente, vista solo di sfuggita, come in una foto sfocata, oppure deformata nello specchietto retrovisore. Fare l’autista di quei pullman arancioni, che ti portano in giro per tutta la città, non è sicuramente il mestiere più avventuroso del mondo. Ma a Napoli anche il monotono percorso tra vie, che ormai i conducenti conoscono a memoria, diventa quasi un’impresa. Innanzitutto le strade: rimangono sempre le stesse, ma la loro fisionomia cambia minuto per minuto a seconda del numero di automobili, che sono in doppia o in terza fila. E poi i passeggeri. Nel tratto tra la stazione Garibaldi la 167 (dove si trovano le case popolari), ne salgono, a volte, di strafatti o carichi delle droghe da spacciare in tutte le province della Campania. Oppure le botte che ti prendi per il traffico bloccato: nell’ultimo mese, quattro conducenti sono stati picchiati mentre lavoravano. A raccontare queste storie di ordinaria follia cittadina è un autista dell’Anm, i suo nome è Emanuele.Continue reading

Scaramanzie

“Al nord la Lega, al sud la Camorra”. L’Italia sembra già separata e divisa in due metà perfettamente uguali. E il Mezzogiorno lasciato al suo destino, alla percezione che la propria vita debba essere regolata dalla barbarie criminale, dai regolamenti di conti: a pistolettate o anche, come è successo tra i giovani del Pd di Salerno, a cazzotti.
E’ significativo, e suona come illuminante (e sinistra) conferma, che a Battipaglia, città piegata dalle faide, capitale della piana del Sele, luogo per eccellenza del lavoro nero appaltato ai nuovi schaivi maghrebini, il nuovo sindaco abbia scelto di combattere la tradizione di anarchismo democratico con la scaramanzia.
Gianni Santomauro ritiene che l’ufficio del primo cittadino porti sfiga. Nella storia recente troppi sono stati i tranelli e i tradimenti che hanno mandato a tappeto i predecessori. Imponente la mole di episodi di malcostume. Un mondo politico corrotto nell’animo.
Così Santomauro per ripristinare la legalità, o almeno per tentare di rendere evidente che il livello del degrado raggiunto è ai massimi, ha deciso di rifiutare di occupare la stanza che tanta sfortuna ha portato ai suoi predecessori. “E’ vero, non lo nascondo affatto, la mia decisione è legata alla scaramanzia visto che quella stanza ha portato tanto male a tanti sindaci”.
Ecco dunque che l’antidoto al malcostume, in perfetta coerenza col genius loci, è un corno rosso.
Occhio e malocchio e incenso. Contro la camorra e la malapolitica l’idea è vincente: facciamo intervenire il mago Otelma.

(da Repubblica.it del 16 luglio 2009)