GIORGIO MOTTOLA
La strada sempre di fronte. E la gente, vista solo di sfuggita, come in una foto sfocata, oppure deformata nello specchietto retrovisore. Fare l’autista di quei pullman arancioni, che ti portano in giro per tutta la città, non è sicuramente il mestiere più avventuroso del mondo. Ma a Napoli anche il monotono percorso tra vie, che ormai i conducenti conoscono a memoria, diventa quasi un’impresa. Innanzitutto le strade: rimangono sempre le stesse, ma la loro fisionomia cambia minuto per minuto a seconda del numero di automobili, che sono in doppia o in terza fila. E poi i passeggeri. Nel tratto tra la stazione Garibaldi la 167 (dove si trovano le case popolari), ne salgono, a volte, di strafatti o carichi delle droghe da spacciare in tutte le province della Campania. Oppure le botte che ti prendi per il traffico bloccato: nell’ultimo mese, quattro conducenti sono stati picchiati mentre lavoravano. A raccontare queste storie di ordinaria follia cittadina è un autista dell’Anm, i suo nome è Emanuele.Continue reading