La settimana scorsa sono stato invitato a Exit, il programma di La7. Chiamato a discutere dei problemi e del malgoverno che l’Italia patisce ogni volta che deve fronteggiare una grande catastrofe. La catastrofe impone l’emergenza e il senso dell’emergenza viene inteso come una grande opportunità. L’emergenza, io dico, è una fabbrica di soldi.
Il discorso verteva sulla quantità di denari necessari a far fronte al disastro abruzzese. Se è una priorità la ricostruzione, ritenevo e naturalmente ritengo che essa debba essere affrontata redigendo un nuovo programma di opere pubbliche e rimodulando la lista delle priorità. Ad esempio cassando, almeno per il momento, la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Un ponte che a me sembra più raccogliere l’esigenza del potere di illustrare, a prescindere, le sue grandi gesta che un’opportunità per le popolazioni residenti. Ho aggiunto: due piloni che affondano in due cloache di città.
La parola cloaca è stata intesa, soprattutto dai messinesi, come un’offesa gratuita alla dignità, all’onore, alla cultura di chi abita quella città. Mi sono giunte decine di mail indignate, profondamente e crudamente critiche nei mie confronti. Alle parole i fatti: l’associazione dei consumatori mi richiede 50 milioni di euro per fronteggiare l’offesa e risarcire il danno patito. Il presidente del consiglio comunale, a quanto leggo, si è messo in contatto con il suo collega di Reggio Calabria e ha chiesto all’ufficio legale di vagliare tutte le utili strade per chiedermi conto giudiziariamente di ciò che ho affermato.
Questa è la premessa.
Detto che sono abituato ad assumermi ogni responsabilità, anzitutto mi dolgo se le mie parole sono state intese come una indiscriminata, eccessiva, truculenta accusa alla città. Non ho alcuna difficoltà a chiedere scusa a chi (sono molti) sente vilipesa la propria dignità, chiede conto e ragione, esprime sdegno e disprezzo.
Chiedo scusa, dunque. Alle scuse, doverose e spero utili, perché il tono delle accuse, ancorché riferite in un contesto assai poco fraintendibile, non deve apparire eccessivo, aggiungo qualche altra considerazione.
Io sono nato in un paesino del Sud, ho visto la depredazione, le ferite che il malgoverno ha procurato, e ho notato però come l’inerzia, se non l’ignavia di molti miei concittadini, hanno permesso nel tempo un sistema di potere che ha piegato ogni dignità, distrutto il territorio, aperto le porte (e non so quanto inconsapevolmente) a incursioni della malavita. Se la malavita detiene intere porzioni di villaggi, paesi e città (e fabbriche, e studi professionali e coscienze) è chiaro che questa presa di possesso è riuscita anche grazie a un sistema collusivo, al sonno della politica e della società civile.
Conosco abbastanza Messina e Reggio Calabria. In quelle città sono stato inviato dal mio giornale più volte per descriverla; in quelle città ho amici che stimo e con i quali ho abituali frequentazioni.
Quel che mi è parso chiaro non è frutto di un personale convincimento, ma il prodotto di fatti, atti giudiziari, comportamenti, stime economiche.
La realtà ci dice che Reggio Calabria ha il più alto indice (dopo Napoli) di penetrazione criminale. Il Sole 24 Ore ha classificato Messina come una delle provincie più invivibili di Italia. Disoccupazione, specialmente giovanile, altissima, fuga dei talenti, realizzazione di un sistema di potere e di affari che la Procura messinese ritiene attraversi ogni piega sociale, un dominio incontrastato e onnivoro.
Domandiamoci come è stato possibile. La cattiva politica germoglia in territori dove il senso comune del bene comune viene spesso smarrito. Trova nella nostra inconsapevole distrazione e inerzia terreno di coltura. E’ un’accusa che rivolgo a me stesso perché ho occhi per vedere e infatti vedo quanto spreco, di soldi, di bisogni, di speranze, sia stato realizzato. La dignità. Dov’è la nostra dignità?
Io accuso il malgoverno, responsabile di una gestione dissennata di anni e anni, che ha piegato Messina così come ha ucciso Napoli, distrutto Caserta, reso serva Reggio Calabria. Ma il malgoverno non è un prodotto del demonio: chiama tutti alle responsabilità personali.
La mia definizione è stata truce e particolarmente inadeguata. Non ho alcuna, ripeto alcuna, difficoltà ad ammetterlo.
Ma perché scatta così repentina l’ira verso di me e non si muove foglia, non un alito visibile di protesta verso chi ha aveva la responsabilità del governo, verso chi per decenni aveva garantito il buon governo. Perché non si è alzata forte e netta la censura, la riprovazione, l’ira, la revoca della fiducia?
Perché?
Io ho detto città-cloaca: me ne dolgo profondamente.
Ma ieri a Ballarò, Rai Tre, Messina è stata riassunta nell’immagine di un rivolo di fogna, un corso d’acqua maleodorante a cielo aperto, tra una baracca e un’altra. Il frutto della ricostruzione (sic!) del terremoto di cento anni fa.
Quelle baracche perché esistono? Perché Messina deve essere illustrata da quelle immagini? Perché chi vive in quelle condizioni non si ribella?
E’ una domanda che tocca la coscienza di ciascuno e che impone che ciascuno di voi, di noi, dia una risposta.
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Aggiungo che chi si sente insultato dalle parole di Caporale, evidentemente non si rende conto della gravità dei problemi di cui si parla, oppure, peggio, li vuole coprire, come quelli che dicono che la mafia non esiste…..
Caro Antonello, purtroppo hai proprio ragione su Reggio e Messina. Io sono di Reggio e devo dire che ci si indigna tanto per le tue parole, dovrebbe indignarsi quotidianamente e molto di più per lo schifo che c’è in queste due città, le ruberie, la corruzione, la mancanza di servizi essenziali, il clientelismo.
Anzichè ribellarvi per le cose serie, per il degrado in cui viviamo quotidianamente, anzichè avercela con chi rende quotidianamente le nostre città invivibili, avete il coraggio di prendervela con chi fa informazione libera e ha il coraggio di porre problemi seri e fare delle critiche circostanziate.
Beh… .questa è la cosa più grave di tutte.
Caro Antonello, hai tutta la mia solidarietà e quella di molta gente onesta. La libertà di stampa e di informazione è essenziale per la nostra democrazia. E’ il cane da guardia del potere.
“Responsabilità personali….”non bisognerebbe mai dimenticarsene.
GRANDE ANTONELLO,orgoglio di “quel”paesino del sud.
Grande Caporale! Su http://www.malgradotutto.blogspot.com c’è il video del tuo incontro con i giovani e i meno giovani di Messina alla sala Guernica. Grazie per tutto quello che stai facendo per questa bellissima città. Per la sveglia che provi a dare. Ho ammirato la tua compostezza, il tuo raziocinio. Mi rendi molto orgogliosa di essere meridionale. Poi guarda, come hai accennato tu ieri, c’è chi ha occhi per vedere e sale per capire come è il futuro. Se si sapesse fare un passo indietro da noi al Sud! Ancora grazie.
Forse neanche tu, caporale, sai quante facce di pietra stanno al quartier generale.Mascalozoni a mille carati.
Su questo blog, non c’è NESSUNA FORZA ISTITUZIONALE CHE DIALOGHI COL GIORNALISTA. L’indolenza del potere è smaccata. Non Si CONSIDERA UN CENTESIMO LA LIBERT° DI OPINIONE E DI STAMPA: NON VALE UNA MINIMA RISPOSTA; SE NON LA QUERELA. PERCHé IL PARTAMETRO é IL DANARO: TI PIGLIO I SOLDI!Che si pigliano la libertà a loro sembra nulla perchè il concetto è in sè risibile.
Il temine cloaca usato per definire reggio non è semplcemente offensivo, ma l’effetto più grave è quello di accomunare tutta la città in un unico giudizio. Il risultato è il compattarsi in un unico fronte di chi è responsabile del malgoverno e di chi invece lavora per il cambiamento. E’ possibile che reggio e messina non esprimano anche positività? Perchè su certi giornalinon si parla mai di questo e solo di morti ammazzati e di corruzzione?
Lei Sig. Caporale è la testimonanzia di come gli antichi pregiudizi nei confronti del Mezzogiorno trovino ancora asilo nelle superficiali menti degli stessi meridionali!
Era l’aprile del 1947. Il 10 febbraio a Parigi era stato firmato il Trattato di Pace della seconda guerra mondiale,
art.50 l’Italia si impegna a tenere smilitarizzata la Sicilia.
27 giorni dopo, il 7 marzo 1947 i reali carabinieri sparano sul Popolo Siciliano rappresentato da 50.000 cittadini di Messina nella piazza del Palazzo del Governo(ex fascista). 3 morti. I carabinieri sparano e caricano al grido di “avanti savoia”, la Repubblica Italiana esisteva già da 8 mesi e lo Statuto del Parlamento Siciliano da 9 mesi. Palmiro Togliatti arrivò a Messina pochi giorni prima delle elezioni del primo Parlamento Siciliano Repubblicano. Nel suo comizio disse “accontentatevi dello Statuto di Autonomia altrimenti rischiate di diventare una colonia degli USA (leggi mafia)”.
Togliatti non disse nulla dell’Irlanda, della Finlandia, dell’Algeria e della Tunisia. Nonostante tutto vinse il Blocco del Popolo (le sinistre dovevano governare). Dieci giorni dopo a Portella delle Ginestre i contadini volevano spartirsi le terre dei padroni, neanche Togliatti aveva potuto fermarli. Li fermò il piombo “amico”. Governarono i democristiani, Palmiro controllava, Andreotti studiava, il tempo si fermava. Finchè a Messina non si farà giustizia dei quella strage del 7 marzo 1947 nessuna Repubblica potrà dare lezioni di civiltà al Popolo Siciliano, nessun terremoto sarà più rumoroso del saluto di quei 100.000 siciliani che parteciparono ai funerali dei 3 operai vittime dei fedeli secolari servitori della monarchia deposta dalla democrazia.
Ed io, da reggino, con il signor caporale invece sono totalmente d’accordo (almeno per quanto riguarda reggio). Ho cercato infatti di andare al di là della parola “cloaca” per capire quello che effettivamente volesse dire il giornalista: sospettavo che si riferisse proprio alla fogna in senso politico. Esce sale dalle tubature di casa nostra e poi si legge dal giornale che hanno inaugurato una nuova piazza. Leggo di progetti pubblici faraonici e subito accanto leggo il trafiletto del paesino che è isolato perché l’unica strada d’accesso versa in brutte condizioni. Vogliamo parlare poi dei collegamenti diretti tra Reggio e Messina? Le due amministrazioni (comune, provincia e regione) si riuniscono appena i pendolari hanno una piccola reazione, con il risultato di effettuare le solite promesse da quattro soldi che si disperdono in aria. Magari il signor (dottore o professore non so, la prego di scusarmi, ma il suo nome mi è balzato agli occhi solo oggi) Caporale ha sbagliato di usare quel termine, facilmente fraintendibile, ma lo sostanza è comunque quella.
Un reggino incazzato.
Gentile Antonello Caporale,
So che sarà su radiostreet.it. Vorrei parlarLe a nome di tutti quei cittadini di Messina che sono ormai troppo delusi e scoraggiati. Che non riescono più a lottare perché hanno troppi problemi ogni singolo giorno. Ai quali, come mi diceva una messinese stamattina, viene ormai solo da vomitare. Per favore, alla radio chieda alle istituzioni della nostra città che spieghino a noi semplici cittadini il perché di questa querela contro di Lei. È questa la soluzione per risolvere gli enormi problemi di Messina? Tra l’altro, Lei si è scusato con sincerità. Altri, mi creda, non l’avrebbero fatto.
Con stima,
Giuliana
Bella testimonianza, non so come ti chiami. Grazie per averla condivisa con noi che leggiamo questo blog. Io ti vorrei dire che, oltre a questi atti di eroismo in situazioni per fortuna anomale, nelle scuole di Messina c’erano degli eroi che con fatica ogni giorno normale lavoravano per la nostra crescita. Certo, erano in forte minoranza e ingiustamente ghettizzati.
Io porto sempre nella mente il mio professore di italiano e latino delle scuole superiori. Ci diceva “le mie parole vi rimbomberanno nelle orecchie, anche quando io non ci sarò più”. Ci ha insegnato, a noi ragazzotti distratti e disordinati, ad avere senso critico per non farsi confondere le idee. Diceva che era la cosa più importante. Poi partiva con la spiegazione dell’origine della parola criticare. Ma quante volte ce lo ripeteva perché ci entrasse bene in testa!!! Noi sonnecchiavamo allora, mentre lui ci diceva il vero. Ci insegnava anche che qualsiasi analisi di situazioni e problemi andava affrontata e doveva con forza ancorarsi alla realtà. Mi sembra che usasse l’espressione “avere addentellati con la realtà che ci circonda”. Era un esempio di senso del dovere magnifico, le sue lezioni erano di livello universitario. È stato il più bravo di tutti i professori che ho avuto, soprattutto perché si era fatto da solo venendo da una realtà difficile e sapeva donare moltissimo – diceva che bisogna dare 10 agli alunni per sperare di ricevere 1. Era logicamente di Messina ma era stato anche tanto fuori, a Firenze.
Voi ne avete incontrate persone speciali nella vostra vita a Messina?
Ero studente di ingegneria a Roma quando arrivò la notizia del terremoto in Irpinia. La Facoltà organizzò gruppi di studenti volontari che partirono a turno e continuativamente.
Io ero di Messina, non voleva far spaventare i miei andai volontario senza dire nulla. La FLM di Brescia forniva tutto il materiale, noi facevamo gli elettricisti, i carpentieri gli spalatori. La popolazione dopo diverse settimane dall’evento era ancora frastornata. 7 gradi sotto zero, le condutture dell’acqua congelate, le strade coperte di ghiaccio, ogni notte si rischiava di morire assiderati. Ho visto genitori che avevano perso i figli, pazzi di dolore, guardarci come se fossimo marziani mentre collegavamo l’energia elettrica. Ho visto Calabritto spaccata come una panettone tagliato in due, mezzo paese un metro sopra lungo la piazza pricipale. Molte case erano costruite con sistemi arcaici, si erano sbriciolate in un cumulo di sassi. Molti dei volontari finirono in lacrime isteriche. La mappa geologica di Eboli è un’esplosione di colori vermigli e un groviglio di faglie incrociate. Nessuno andò via prima della scadenza del periodo di ricambio dei volontari.
Cari reggini (che già mi sembra strano dire una cosa del genere ma sono sicura che si nasconde gente fantastica nella punta dello stivale) rispondete ai giornalisti con fatti che portino lustro a Reggio Calabria. Poi io questa storia dell’antimeridionalismo, guardi, non la credo neanche un po’. Per favore, non chiudiamoci nella solita mentalità infantiloffesa. Reagiamo, una buona volta, con uno scatto di maturità, di fatti e di comportamenti impeccabili. Duraturi nel tempo e nello spazio. Duraturi. Impeccabili. Splendidi. Che ci ridiano il sorriso. Con le cose fatte nella maniera giusta, corretta, solare.
PS: Vada a conoscere sul serio, come amici, gente dell’Alta Italia e vedrà che belle sorprese. Certo, i tedeschi sono sempre i tedeschi ma anche gli italiani a nord non sono malaccio. Anche i siciliani e i calabresi sono bravi, ma lo devono ancora dimostrare all’altezza e al livello che si meritano.
Sono un reggino che vive e lavora a Milano da 25 anni.Ovviamente, come tanti, sono rimasto legato, nei ricordi, negli affetti e via discorrendo, alla città dove sono nato. Ma, lasciamo perdere la retorica del ricordo. Sono consapevole, peraltro, dei guasti prodotti nella mia città da una classe politica che non saprei come definire. In questi ultimi anni, leggendo sia il Corsera che Repubblica, ho maturato una convinzione: Repubblica è un giornale profondamente antimeridionale. Del resto, la sinistra ‘elitaria- salottiera- cashmerizzata- quella che rappresenta il suo giornale, non può avere simpatia per il Sud. Qualche anno fa..il suo collega Maltese scrisse che a Reggio un abitante su due lavorava per la ‘ndrangheta’. Adesso, grazie a queste deliranti percentuali, io godo al pensiero che, in quanto reggino, lei non sa con chi sta effettivamente interagendo. Magari, questo Nuccio, lavora per la ‘ndrangheta’…ah saperlo! Certe volte, anch’io come lei e Maltese ho il diritto di farmi venire cattivi pensieri, penso che su Repubblica scrive un certo Giorgio Bocca, cioè un tizio che firmò il manifesto degli intellettuali a difesa della Razza Ariana….è vero o non è vero, dott. Caporale?
Mediti…Caporale…
D’altronde…o siamo uomini…o siamo Caporale?
O no?
Senta Giuliana,
Sembra che è diventato lo sport nazionale spalare merda su reggio calabria soprattutto da una parte politica.
Prima di Caporale si sono esibiti nell’ordine Curzio Maltese ( collega repubblichino) definendo Reggio come una città dove 2 persone su 3 sono mafiose e Gianantonio Stella che definiva uno scandalo l’area metropolitana di reggio e quella di messina.
La realtà e che ha loro non va bene che Il Sig Scopelitti sindaco di Reggio amministri la città con il 70% delle preferenze e scendeno spesso in città solo a fare questo tipo di reportage falsi, unitamente a quelli di report in cui appare una città allo sbando e senza acqua.
Io ho sempre votato a sinistra e sempre lo farò, ma odio questo modo meschino di fare giornalismo che dimostra solo la pusillaminità di scrive solo per far carriera in un giornale.
Reggio e Messina non hanno bisogno di essere offese per sentirsi più forti hanno bisogno soltanto di riuscire ad ottenere un pò di attenzione nazionale non solo per queste marchette.
Caporale non ha detto ne una cosa vera ne una cosa originale, ha detto solo una fesseria che sia chiaro.
Paolo,
scusa potresti abbassare i toni e fare delle proposte concrete? Parli di Reggio, invece. Ha qualche esempio da condividere con noi? E poi, io questa cosa di querelare un’opinione, per quanto forte, non l’ho vista da nessuna parte del mondo civile. Ne ho parlato con amici e a loro sembra assurdo. Mi dispiace, si scrivono fiumi di parole su tutto ed il contrario di tutto. Invece di prendere questa come occasione per migliorare le cose e darsi una mossa, le istituzioni si risentono. Invece di vedere quanti bei contributi si stanno addensando intorno a questo blog, Lei vede sempre e solo il negativo. Per favore, guardi un po’ in alto!
Caporale,
in che modo le sue dichiarazioni dovrebbero migliorare le nostre città?
Definire 2 città cloache le migliorerà in qualche modo?
E poi perchè mai scusarsi di una cosa che pensa. Eviti di scusarsi quando ormai la frittata è fatta.
Forse se un assassino chiedo perdono non è degno del carcere? Spero di cuore che le spillino fino all’ultimo quattrino a lei e a quella giornalista inguardabile che l’ha invitata alla sua trasmissione.
Così forse sia a Lei che ai suoi colleghi gli passi la ” fantasia” di offendere gratuitamente.
Il prossimo da sistemare è l’idiota di Stella.
Per concludere le dico di chiudere questa cloaca di sito che fa davvero cacare.
Un reggino.
Grazie. Come ti chiami veramente?
Cara Giuliana, hai scritto cose belle e vere,che le persone sane hanno tutte conosciute, come principio, appunto, di salute mentale personale e sociale. A Messina l’indispensabile sarebbe la libertà. Di lavorare, di non dovere cedere per forza il passo ai privilegiati, di avere una risposta veloce dalla giustizia (tale problema non si articola nella negligenza dei magistrati ma di troppe cose messe assieme) di cambiare vita e ruoli senza subire il pubblico ludibrio, di essere colti ed intelligenti senza doversi per forza decurtare per non disturbare…
Mia nonna, con la sua vita dura e essenziale, mi ha insegnato che quelle poche lire che aveva ogni mese, lei trovava il modo di farsele bastare SEMPRE, risparmiando da una parte e dall’altra quando era necessario(ed era necessario spesso perché gli imprevisti sono tanti nella vita). Le priorità erano il cibo e pagare l’affitto, andava dal parrucchiere se aveva raccolto abbastanza soldi. Questo a me pare uno stile sano e ragionevole sia per la persona che per una comunità di cittadini. Il superfluo non ci serve fino a quando non abbiamo l’indispensabile. Quando si è in difficoltà come lo siamo a Messina, quali sono le cose indispensabili per la nostra città? Aspetto le vostre opinioni. Ciao.
mA QUAL’è STò PARTITO DI aNTONELLO cAPORALE? mILLA!….lO SAPETE GIà TUTTI E IO ANCORA NO…mILLA….
mESSAGGIO PER CAPORALE aNTONELLO: mILLA A mESSINA, SI INTINGE ENTRO GRANITA CON PANNA E BRIOCHE, DI SOLITO DA PARTE DI RAGAZZE PER BENE(MA DI TUTTI) CHE NON VOGLIONO APPARIRE COME COLORO CHE DIREBBERO MINC, LO PENSANO E BASTA.nON LO DICONO. mILLA è UNA FILOSOFIA DI VITA, UN SURROGATO. iL PRODOTTO ORIGINALE VIENE ESPRESSO DAI CORAGGIOSONI. sICCHè LA PAROLA milla, CARO ANTONELLO, è L’INTERA METAFORA DEL BRODO DI CULTURA DI CUI TU PARLASTI SENZA PRUDENZA ALCUNA.
Mi chiamo Milla ,Milla a Messina significa tutto. E’ una forma contratta,come si dice in grammatica . Ma non posso dirvi quali termini sintetizza, per decenza. Io da Milla ripeto e dico: Milla….ma aNTONELLA NON PARLA DI BRUSCOLINI…….
Egr. dott. Caporale
certamente ha usato il termine sbagliato per dire che a Messina, come in tutta italia, la classe dirigente è nulla, ed ha fatto ancora più scalpore perchè chi l’ha detto non è un ignorante, ma un professionista che fa giornalismo.
Delle sue scuse non so cosa farmene, personalmente non le avrei neppure chieste, magari le avrei chiesto di fare delle proposte valide per migliorare la città di Messina, visto che anche quella che potrebbe essere l’ultima possibilità per tentare un rilancio dell’economia a Messina non si deve fare e basta, senza un perchè, anzi un perchè l’ho sentinto, ….. l’ombra del ponte bloccherà il passaggio dei delfini, o altre fesserie del genere, basterebbe invece vigilare che tutto venga fatto secondo progetto, vigilare che vengano costruite tutte le opere previste insieme alla costruzione del ponte.
Le chiedo una sola cosa, perchè non si parla mai di bloccare le grandi opere del nord, vedi il mose, la tav ed altre opere settentrionali, magari per recuperare i soldi per la ricostruzione dei paesi terremotati abruzzesi? Perchè guarda caso i soldi buoni per la ricostruzione dei terremotati dell’Abruzzo sono proprio quelli del ponte, del ponte si, ma perchè il ponte devono farlo al sud, magari fosse stato un ponte per collegare non so, Genova alla Corsica, si quello si, quello andava bene, ma al sud proprio no!
Dott. Caporale, dia più ascolto al suo cuore e non si lasci condizionare dal suo partito.
E Mirella ha capito tutto di ciò che ho scritto riguardo quel magistrato, Minasi. Per una guardata a qualche prostituta o prostituto da parte del Vice (o segretario) di Prodi è successo il finimondo. E’ caduto un governo per i problemi di un Ministro, sono cadute amministrazioni comunali e sospeso un Rettore di Università , tutto causa rinvii a giudizio o meno. Vauro è stato sospeso, così impara a fare vignette buone. E perchè mai un magistrato già sotto processo non è stato sospeso? Non si contesta il merito delle altre sospensioni, non siamo il Tribunale del Riesame od il Tar, si contesta, da cittadini, la disparità di trattamento,che vanifica la nostra bella Costituzione. Poi però si sostiene che Suo nemico è Berlusconi…pensiamo alle abrogazioni di fatto dell’art. 3!
rieccoci qui, canne al vento.Il messaggio di Antonella estirpa tutte le speranze,ed è pure logico. E’ evidente che non si può venire giudicati dal proprio Ordinamento di appartenenza, se non per procedimenti disciplinari. Non perchè i giudici siano corruttibili, ma per il fattore umano, compreso l’imbarazzo. E al di sopra di tutto il dato oggettivo che l’altra parte processuale potrebbe non appartenere, o non appartiene, all’identico ordinamento. Conosco la vicenda, ed è orribile.
cari concittadini,sono emozionata dal tutta questa coesione Messinese! amo la mia città,ho sempre sostenuto che se tutti avessimo la consapevolezza della bellezza e delle potenzialità in cui la stessa è situata,e i politici che fanno tanto Slogan ” siamo a servizio dei cittadini ” aiutassero veramente lo sviluppo delle idee e delle iniziative,tutto potrebbe cambiare.. sento sempre sputare su questa città,ed io dico che ” a forza di sputarci su tutti,la città affogherà!” amiamoLa di più!! e troviamo la forza,la coesione per DENUNCIARE le cose che non si fanno o che si deturpano!
Sapevate che cè all’interno della città,una folle donna che ha tanta voglia di riportare a Messina la Rassegna Cinematografica,del Cinema di Autore?!,ebbene dal 21/04 al 25/04/09 ci sarà la III edizione;Vi invito tutti a partecipare l’evento sarà presso il cinema Apollo e l’ingresso è gratuito!ve ne parlo perchè è un Esempio di buona Volontà,di fatti e non parole! e soprattutto perchè è un Festival AUTOPRODOTTO!!questo è il vero Scandalo,le Varie Amministrazioni non hanno riconosciuto l’evento UTILE alla città,osando anche il Termine(da un Assessore alla Cultura)che il Cinema non è Cultura!!!!!questo la dica lunga,su chi siano questi signori…
Cmq.grazie Sig. Caporale,con le tue utili osservazioni,hai mosso i ns Cuori.
È Fats Waller. Mi è scivolata una k ed ho tralasciato una l. Scusate.
Velo debbo dire, non resisto, cari concittadini. A Messina, Alla Procura Generale ,funge da magistrato il sig. Minasi Marcello sottoposto a processo penale per lesioni, furto, ingiuria, minacce…Se la cosa non vi sembra assurda(cioè che non sia stato sospeso per metterlo alòla pari con gli altri cittadini ,e anche per non farlo giudicare da “intraneo”)vole dire che siamo alla totale follia collettiva. Come fare dire Messa ad un Prete che intanto bestemmia
Ho proposto al cloacone di dare il letto che ha rubato ad una bambina, ed altre cose, come la copertina del suo lettino, ai bambini terremotati. Non risponde.
Preferisce la puzza alle parole. Il cloacone è tosto, ruba, picchia le donne per farsi consegnare la loro casa, e si indigna quando gli onesti magistrati gli fermano l’usurpazione. Il cloacone non deve dare conto a nessuno. L’arroganza è autosufficiente. Ha pure bei vestiti da alcuni anni. Come mai? Boo….?Il cloacone ha superato un concorso importante, in casa lo chiamavano “il presidente”.
Propongo un’idea ai giornalisti di Messina che sapranno scegliere il meglio con il loro senso critico e la conoscenza della città. Si potrebbe fare un servizio televisivo dedicato ad un aspetto di Messina che è migliorato negli ultimi 12 o 24 mesi. Vedete voi. Mettiamo in risalto gli aspetti curati della nostra città. Andiamo a cercare giovanissimi di talento e diamogli spazio in servizi televisivi.
Inoltre, vorrei dire ad Alessandro che non condivido il suo atteggiamento di chiusura. Le critiche possono fare bene. E poi questo benedetto Caporale si è scusato più volte! Io le sue scuse le ho già accettate, non ho rancori.
Stasera ascoltavo Fats Walker; avete presente “Dinah”? La dedico a tutti i messinesi di questo blog. Se trovate anche una canzone su Clarenza, ditemelo per favore.
Caro amico mio, mi consenta qualche rapida considerazione sulla “querelle” Messina -cloaca. La cosa che più indigna non è ovviamente la definizione da Lei data delle due città di Messina e Reggio Calabria. Lei ha tutto il diritto di pensarla e scrivere ciò che le suggerisce la sua intelligenza e coscienza di giornalista. L’aspetto biasimevole consiste nel fatto che Lei, forse anche inconsapevolmente ha acriticamente raccolto e rilanciato una campagna di finti progressisti-ambientalisti-comunisti ” disperati” dalla determinazione con cui questo governo pare intenzionato a portare avanti la costruzione del ponte. Ci si aggrappa a tutto si strumentalizza tutto haimè anche le tragedie. Che c’azzecca direbbe qualche suo amico il ponte col terremoto in Abruzzo? Scatenare la guerra fra poveri e disgraziati ?. Se questa città è una cloaca questo è il risultato di tanti decenni di incuria abbandono inefficienza ignoranza ma sopratutto di povertà culturale sovrastrutturale e di povertà materiale strutturale. Propio quando si presenta una piccola speranza di sovvertire l’andazzo e svanire l’olezzo maleodorante tutti a gridare contro il ponte sostenendo gli interessi forti di chi sta nell’ombra e sguinzaglia i cani “buoni” del potere e lasciare nel sottosviluppo il meridione. Perchè non attaccare il mose a venezia la tav la pedemontana il valico del..qualcuna delle indispensabili opere infrastrutturali al nord? l’expò a milano. Forse perchè i nostri concittadini delle città del nord mal tollererebbero e qualcuno di loro dalle loro ville ed attici profumatissimi non lesinerebbe eleganti e profumatissime lettere di licenziamento magari con profumate liquidazioni a fronte di profumati stipendi. Con sincera cordialità P.s. Apprendo adesso della proposta dei comunisti di Liberazione di convertire e destinare i finanziamenti del ponte per ricostruire e mettere a norma tutte le costruzioni del “nostro” territorio ad alto rischio sismico. Mi sembra molto più onesta …apriamo la discussione .
Siete ridicoli,lo state giustificando? Ma chi è lui per poter parlare male di una città come la nostra, gli unici che possono definirla in quel modo siamo noi, non lui, lui non è nessuno per chiamarla in quel modo di fronte a tutta Italia. E voi, bravi bravi, giustificatelo.
Sono molto contento degli interventi dei miei concittadini messinesi e anche del tono, quasi di risveglio. Sarei stato più contento leggere tutto ciò sull’unico quotidiano che noi abbiamo a Messina, + di 260.000 abitanti, dove il Direttore non cambia da moltissimi anni, venti,trenta forse + , molto prbabilmente D.Gambale lo sa ma non si indigna. Grazie Antonello, quel gionalista di TCF, preso dall’ira quando aizzava il popolo contro di te, ti ha chiamato Benedetto Caporale, forse incosciamente anche per lui sarai benedeto.
io credo che le tue parole siano interamente condivisibili. è che ormai siamo abituati a una descrizione della realtà in stile pro loco, chi non si allinea prende insulti e querele…tanta tanta solidarietà!
A che servono le scuse se rilanci ancora. Parli delle baracche viste nella trasmissione di Ballarò (riferisci anche dei rivoli maleodoranti, avrai una tv particolare che ti consente di percepire anche gli odori), cadendo nello stesso errore commesso da Floris e dai suoi collaboratori. Quelle non baracche post terremoto, ma sono baracche di gente povera che le ha realizzate negli ultimi 20 anni. Mi chiedo se nella tua ridente ed accogliente Salerno non esistano baracche? Un consiglio da collega, torna dalla D’Amico e chiedi umilmente scusa. Siccome gli uomini che vivono nelle cloache hanno un cuore, non escludo possano perdonarti.
Caro Dr. Caporale, strana società quella messinese:
Tutti si lamentano ogni giorno della città, della classe dirigente, dei trasporti, dell’ambiente, del traffico, della non-gestione, di tutto. Insomma, sanno molto bene cosa Lei intendesse con la sua frase. Ma poi, fieri, si indignano, reclamano, denunziano, chiedono scuse. Basta che tutto resti in casa nostra, che la gente (di fuori) non parli, queste cose, dobbiamo sussurrarcele tra noi!
La fiera società messinese, in questi casi, quella fatta di cannoli alla ricotta e di Massoneria, si chiude a riccio in autodifesa.
Mi vergogno per questo provincialismo delle scuse.
Tanto rumore, per nulla.
Gino Biundo
Il cloacone ovviamente vive ed “opera” a Messina.
I saggi di solito tacciono. I saggi sanno che dalla cloaca urlo non passa. Io nel mio piccolo parlo d’un cloacone oramai noto, un cloacone illustre, ben pagato… ben assinistrato…il cui motto, ancor prima che Vespasiano, già da cloacone, fù: “pecunia non olent”. Bisogna riconoscerne il talento. Pochi rimestando in un verminaio trovano case gratis ed arredi, e milizie…un cloacone di vero talento.
ma come si fa a non indignarsi e riscaldarsi per opere indecenti come il ponte sullo stretto, a fronte poi di devastazioni quali quelle dell’Abruzzo? Lo sdegno è dignità, significa avere ancora una coscienza vigile, non essersi stancati di combattere. E nello sdegno capita di usare termini forti che rappresentano lo stato d’animo che si vuole trasmettere. Ognuno si esprime come meglio ritiene e ne risponde in termini di consenso personale. Ma la querela è un atto di viltà, in special modo quando si tratta di una collettività, un’istituzione contro un singolo. Perseguire per mettere a tacere facendo anche leva sull’orgoglio campanilistico di una popolazione. Le istituzioni dovrebbero provvedere a risolvere i problemi delle realtà in cui operano invece che scagliarsi contro chi di certi problemi parla. E’ come per “Gomorra”: molti si sono indignati per l’immagine che veniva data dell’Italia all’estero, non per la tragedia delle aree afflitte dalla camorra. E’ il perbenismo peloso di chi pensa solo ad apparire e non a fare. E’ la logica censoria che ha portato alla sospensione di Vauro perchè si è sottratto al trionfalismo con cui viene pubblicizzata la macchin adei soccorsi.
Grazie Antonello per essere ancora capace di indignarti, nonostante la professione che fai, per non tenere per te i guizzi del tuo animo a dispetto anche dei tuoi interessi, per essere reattivo a dispetto di tanta omologazione e servilismo. Farò di tutto per sostenerti in questa battaglia
Cinzia
dove trovi questo simbolo <> , dentro non è stata copiata la frase:
“La distrazione dell’attenzione (verso questioni cretine) è il male italiano”
Ciao Antonello,
mi chiamo Salvo, vivo a Messina e sento il bisogno di chiederti scusa.
SCUSA per il sindaco, che sta preparando una querela contro di te.
Lui e la sua coalizione governano la mia città da decenni (intervallati da 2 anni di sindacatura del centrosinistra e vari commissariamenti, sempre scelti dal governo regionale del centrodestra) e se Messina è oggi una fogna, è colpa di chi l’ha governata e di chi ha concesso che Mafia, Massoneria, potentati economici, sempre rimanendo nell’ombra, stringessero in una morsa Università, Palazzo di Giustizia, Provincia, Municipio…
Io amo la mia terra, credo realmente che Dio sia stato più generoso “alle nostre latitudini” e di fronte a tanta bellezza, come non indignarsi quando la si vede sciupata, sfigurata, violentata?
Palazzine ovunque, “economia cementizia” (così la chiamo io) , piani regolatori mai rispettati o modificati ad hoc, inesistenti il piano del colore, il piano del verde e il “cemento” che cresce nell’anarchia, nella mancanza di regole e di controlli!
Scusa, i responsabili sono loro e …loro querelano te!
SCUSA per gli organi di informazione della mia città, asserviti, obbedienti, incapaci di critica costruttiva (figuriamoci poi di denuncia…), volontariamente stupidi:
era limpido che le tue parole non volevano offendere i cittadini di Reggio e Messina (a che pro, poi?) ed altrettanto chiaro era che tu rivolgevi tanta animosità contro chi specula da anni sulla distruzione del territorio.
Ho già sentito il secondo servizio di una delle televisioni locali, TCF, che parla dello sdegno dei cittadini Messinesi a seguito delle tue parole.
Mi risulta difficile pensare che una piccola tv, che raramente ed a stento intervista i passanti in strada, abbia fatto un minimo di sondaggio sui sentimenti che le tue parole hanno suscitato: ovviamente lo sdegno, attribuito Vigliaccamente ai messinesi, alberga nei giornalisti, nel direttore, nella proprietà di una piccola tv, palesemente schierata a destra.
SCUSA, perché anche se non conosco direttamente persone sdegnate dalle tue parole, non metto in dubbio che ce ne siano: ottusi, focalizzano l’attenzione sulla tua “cloaca” (troppo pepata, infelice, e quindi facile da strumentalizzare) e distraggono dai contenuti del tuo discorso, intelligenti e di buon senso!
<> lo diceva una mia amica, prendendo a pretesto il tuo “caso” e ben sintetizzando i metodi del nostro attuale governo.
Ripeto, io conosco solo persone che hanno APPREZZATO le tue parole, ne stiamo parlando tutti i giorni: non ci hai offeso, non ci hai fatto violenza, hai puntato il riflettore su di noi, ma con affetto, e con sincero dispiacere.
Proviamo Vergogna per questa storia della querela. Tu tieni duro e, per favore, non ci abbandonare.
Con tanto Rispetto.
Salvo.
Hai detto la verità, ma la verità non sempre is può dire.
a me viene solo una riflessione , pare che a tutti voi sia venuta improvvisamente una visione , tutto quello che non funziona è in riva allo stretto . Come se i campi profughi della Capitale , le periferie del nord , le ferrovie che non funzionano e mille altre cose accadano solo da noi . A vero la massoneria la mafia etc etc è solo qui …. ma finitela e invece di pontificare cari concittadini non cadete nel tranello , chiediamo strutture e se per farle occorre fare il ponte che si faccia ma abbiamo bisogno di opere , fatti , non di essere ghettizzati da chi si ricorda di questo lembo dell’impero solo per sputare fango.
VOGLIAMO OPERE STRUTTURE LAVORO SVILUPPO … NON VOGLIAMO CHE CON LE CHIACCHIERE CI SI GHETTIZZI !! e cara Annamaria non tisentirai offesa perchè abituata a fare violentare le tue radici , lotta invece di pontificare. FORZA MESSINA SEMPRE
Gentile Antonello,
sono messinese e tengo a dire che non mi sono sentita offesa dalle Tue parole. La verità non deve essere mai taciuta e, soprattutto non va punita.
Egr. dott. Caporale
sono un cittadino messinese. Non ho avuto modo di seguire la ormai famigerata trasmissione ma devo dire che quantomeno una parvenza di effetto l’ha avuta. Sembra che ci sia un certo movimento trasversale in città che addebita, giustamente ma fino ad un certo punto, le colpe ai politici che la città ha avuto negli ultimi trentanni. Sottolineo fino ad un certo punto in quanto non mi pare che gli amministratori ed i politici in generale vengano cooptati ma arrivano ad occupare le loro comode poltrone a seguito di regolari (anche qui devo ahimè scrivere fino ad un certo punto) tornate elettorali, quindi con (quasi) libera scelta da parte dei cittadini. Sicuramente Lei che viene dal Sud comprende bene i motivi per i quali non posso assegnare la pienezza alle mie riserve. Quindi concordo con Lei sulle conclusioni e cioè che se esiste un potere corrotto ed imbelle è solo perchè i cittadini subiscono, anzi con il loro voto avallano, il loro operato. Non condivido invece affatto il discorso ormai trito e qualunquista, delle baracche post-terremoto. Sfido chiunque a trovare a Messina, baracche risalenti a periodi immediatamente successivi al 1908. Durante il tanto vituperato ventennio, esattamente tra il 1930 ed 1940, a Messina vennero costruiti ben 23.000 alloggi popolari, sui quali ancora spesso si trova in bella mostra il fascio littorio, la maggior parte degli edifici pubblici, scuole comprese, la stazione ferroviaria e tanto altro. Praticamente non esistevano più baracche risalenti al terremoto, che tra l’altro a quanto ho letto, erano costruite in legno. Le attuali baracche, che tanto fascino sembrano avere sui media nazionali, risalgono invece agli anni che vanno dal 1970 al 1980, le più “antiche” mentre molte altre sono frutto di abilità costruttive anche molto recenti. La verità è che a Messina esiste la cultura della baracca, che interi nuclei familiari ci hanno speculato sopra in quanto pur avendo avuto la casa popolare o l’hanno venduta o l’hanno affittata, tornando a vivere nella baracca. Ancora genitori che lasciando la baracca l’hanno data in successione ai figli o ad altri parenti in modo che anch’essi potessero avere le case popolari. La cosa mi fa più rabbia è che a fronte di una minoranza davvero bisognosa e che purtroppo poi si perde nel marasma generale, parecchie di queste persone non lo sono affatto. Basta guardare i comfort di cui sono dotate le baracche o le autovetture parcheggiate fuori. La realtà è che abitando in baracca non si paga nulla. Nè ICI, nè acqua nè luce, in quanto tutti o quasi sono allacciati abusivamente alla rete pubblica. Quindi chi glielo fa fare ad andare ad abitare in una comoda casa popolare. La dovrebbero pagare tutto, dall’affitto, benchè minimo, alle utenze. E poi nell’immaginario di queste persone è un obbligo avere la casa gratis, anche se non ne avrebbero diritto, mentre ci sono persone che davvero dovrebbero avere una casa popolare e sono messe in cosa a questi furbi. Lei si chiederà: ma come fanno a viverci? se se lo possono davvero permettere perchè non affittano quantomeno un appartamento? Semplice, ci sono ormai abituati, perchè probabilmente sono nati e cresciuti nella baracca. E poi meglio spendere i propri soldi in autovetture di lusso, telefonini di ultima generazione, ristoranti piuttosto che darli allo “Stato”. Stato che in molti casi viene visto come ai tempi dei Borboni, esclusivamente come l’esattore. Inutile sottolineare che in certi ambienti, l’affiliazione o quantomeno la collusione e la contiguità con ambienti della malavita organizzata è d’obbligo. Anche l’assegnazione delle case popolari, almeno in passato, rispondeva a logiche di egemonia mafiosa.
Quindi sarei grato a Lei, che mostra così tanta attenzioni verso le problematiche della mia città, se finalmente sgombrasse il campo dalle favolette sulle baracche del terremoto e tracciasse una situazione che fosse il più vicino possibile alla realtà. Ovviamente non le dico di fidarsi ciecamente delle mie parole. Si documenti pure.
Nel frattempo accetti i miei più cordiali saluti
Filippo Clementi
P.S. Ad onor del vero esiste una sola baracca del terremoto, che non è stata mai diroccata in quanto su di essa insiste un vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali.
“Quelle baracche perché esistono? Perché Messina deve essere illustrata da quelle immagini? Perché chi vive in quelle condizioni non si ribella?”
Caro Antonello .. xkè la gente ke vive in quelle condizioni sa solo lamentarsi e basta, xkè i messinesi sono solo BUDDACI e nn hanno spina dorsale x far valere la propria DIGNITA’!!!!! Hai offeso le cloache definendo Messina cloaca!!!! Io sono messinese e sono pienamente d’accordo con te!
Salve, Caporale
spero non Le dispiaccia se abbiamo pubblicato questo suo commento sul nostro sito, MessinaWebTv, di cui pubblico il link diretto:
http://www.messinaweb.tv/?ex=0&a=10312&silverheader=0&sub=21
il tutto ovviamente per correttezza d’informazione, data l’onda di polemica suscitata.
Infine, il mio commento è:
Lei ha ragione e Messina è una vergogna. Accusando Lei, noi Messinesi accusiamo noi stessi. E anche se non fosse così, Lei ha tutti i diritti di esprimere come ritiene il suo parere. si chiama “libertà”.
Gentile signor Caporale,
Io, da cittadina italiana e messinese, non mi sento offesa dalle Sue parole. Anzi, glielo dico e glielo ripeto: La ringrazio per avere dato spazio a Messina in una trasmissione di qualità come Exit. È per questo motivo, forse, che fa così male? Dovremmo essere contenti e, come risposta, invece di chiedere soldi, tiriamo fuori tutti i fatti veri e puliti di Messina e cominciamo a farli conoscere.
Io, purtroppo, in questo momento, non ho grandi notizie da darvi, ma non voglio infierire sulla città. Desidererei solo raccontare un piccolissimo episodio a cui ho assistito la scorsa estate. Sul Viale della Libertà, arteria importante della nostra città, notavo un gruppetto di persone, sul marciapiede davanti alle strisce pedonali: due bambini piccoli, un anziano, una signora visibilmente incinta e un giovane signore straniero. Volevano attraversare il piccolo viale e non potevano. Centinaia di macchine dopo, un essere illuminato in un autoveicolo prende la decisione di fermarsi per farli passare. Sono seguiti suoni di clacson, gestacci verso chi aveva rispettato il codice stradale. Sono solo scenette di vita quotidiana ma, lo devo confessare, ho provato molta vergogna.
Caro Antonello, non capisco tutto questo polverone, eppure ho visto l’intera puntata. Forse sì, la parola usata era un pò forte, ma quotidianamente sento e vedo volgarità ben più estreme, un pò ovunque. Fogna, non mi pare un insulto così imperdonabile e offensivo, quanto un’immagine che richiamata alla mente, vale più di mille parole. Non era lo stesso Battiato in un suo testo a dire della nostra patria “..nel fango affonda lo stivale dei maiali..” eppure, non ho mai sentito levarsi insulti da persone offese per tale immagine. L’intento non credo fosse quello di insultare o offendere nessuno, quanto piuttosto quello di infondere voglia di cambiamento, riscatto e coscienza.
In ogni caso, non posso che condividere il tuo articolo. Purtroppo siamo abituati a gettare fiumi di insulti addosso a politici ed amministratori, ma quando si tratta delle nostre singole ed individuali responsabilità tendiamo a giustificarci, sempre e comunque. Troppo facile, troppo comodo. La nostra terra ci rispecchia, il nostro governo e i nostri problemi rispecchiano pienamente le nostre mancanze, quelle di un popolo indifferente, senza memoria, spesso rassegnato.
Illustri con la tua splendida e tagliente penna alcuni esempi palesi, che poi sono identici a quelli di tante altre realtà italiane, da nord a sud. Sì, anche al nord, purtroppo. Perché non è una questione di ricchezze del territorio o quante altre diavolerie si voglia inventare per nascondere sotto lo zerbino le nostre sporcizie, la responsabilità dello scempio italiano è dei singoli e non degli amministratori o altri. La responsabilità è nostra, perché se queste persone hanno potere e possono fare ciò che vogliono è proprio grazie ad ognuno di noi che non fa nulla per impedirlo o cambiare.
Vero anche che molti di noi lottano ogni giorno, si danno da fare nel concreto e probabilmente avrebbero tutto il diritto a sentirsi offesi, ma personalmente ritengo tali persone mature abbastanza per capire la tua critica, la tua definizione. Ritengo queste persone dei cittadini e non sudditi. Purtroppo però queste persone in Italia sono ancora una minoranza, il più dei cittadini permette lo stupro delle proprie terre, vive nella totale indifferenza e spesso “ignoranza”, ha un concetto di legalità e responsabilità civile (ma non solo) pressoché inesistente. Salvo poi insorgere alla prima critica, si capisce! O darsi subito da fare per difendere tutta un’apparenza e non la vera sostanza delle cose. Paese strano l’Italia, paradossale…oserei!
Un forte abbraccio.