“Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità”
Demostene
SERENELLA MATTERA
A Fucecchio, ventimila anime, tra Firenze e Pisa. “Mediocri” sotto il braccio. Si parla di talento e passione, a uso e consumo di chi sta per decidere che farne.
All’ultimo anno di licei e istituti tecnici, un manipolo di diciottenni è incappato in un servizio comunale: Informagiovani. Un gruppo di persone sveglie, li aiuta a “orientarsi”. In teoria, si fa in tutte le superiori d’Italia. In teoria. Nella pratica, quello del Valdarno è un esempio virtuoso.
“Appassionamento”. Si parla di questo. Di come la passione possa diventare carburante per il lavoro e per la vita. Di talento individuale, inteso come applicazione di impegno e dedizione alle proprie inclinazioni. Certo, mica facile trovarle, quelle inclinazioni. Se chiedi a loro, nessuno ha idea di quali siano le sue. Ti rispondono: forse lo sport, forse la musica. Ma se manca il talento, lo sanno bene, sono null’altro che passatempi. E poi c’è quella storiaccia: essere nati in un Paese bello e ricco di tante cose, ma, adesso, non di possibilità. Accontentarsi di poco o cercare uno sbocco all’estero, le opzioni estreme, sono le più frequenti. Farsi accompagnare, precedere, indirizzare dai genitori, è la prassi.
Forse proprio per questo ci hanno visto lungo, allora, quelli di Informagiovani. Prima ancora di spiegare ai maturandi che vuol dire diventare ingegnere, professore o musicista, hanno deciso di fare una premessa. “Appassionarsi” è il punto di partenza, hanno spiegato. Impegnarsi, dedicarsi, mettersi in gioco, i passi successivi. La ricetta è buona per qualsiasi lavoro, hanno assicurato. E sarà pure consolatorio, in un momento in cui ci si deve accontentare di quel che c’è e ringraziare il cielo di quel che viene. Ma non è affatto scontato. Allora, perché non partire da qui?