Diciamoci la verità: Montecitorio si riconosce e si ritrova soltanto quando è vuoto e silenzioso. E a Montecitorio si lavora, dunque si parla e si discute meglio, quando gli assenti superano i presenti. Ieri era lunedì. Giorno perfetto per un confronto impegnativo: il maestro unico o plurimo. Il grembiulino al posto della griffe, il sette in condotta eccetera. Dieci deputati, cinque di là e cinque di qua, la ministra Gelmini al centro, fresca di parrucchiere.
I dieci in aula si sono detti la verità come meglio non si poteva. Diciamoci la verità, ha detto Pierluigi Castagnetti, il decreto che stiamo approvando è stato presentato in consiglio dei ministri da Tremonti e non da lei. Mancavano i soldi e avete tagliato. Lei, Maria Stella, era al mare come forse anch´io, ha aggiunto Andrea Sarubbi, il telegiornalista che Veltroni ha “rubato” al Vaticano. «Lei mi è simpatica e lo sa, però non posso…». E qui Sarubbi l´ha rimproverata ma con un sorriso: «Perché non ne ha discusso prima con noi?». Come quattro amici al bar, i dieci di ieri a Montecitorio si sono parlati con franchezza. A Renato Farina è persino venuta l´idea di spezzettare il discorso con rime fanciullesche. «Le bugie sulla Gelmini/fanno ridere i bambini». Ne ha preparata un´altra: «Attaccare Maria Stella/a Veltroni porta jella». Nessuno ha fiatato. Allora Farina ha dato un ultimo colpetto: «Dieci e lode in Parlamento/al ministro Maria Stella». Verità per verità la signora Luisa Capitanio Santolini, chiamata dal suo partito, il Pd, ad opporsi al governo, ha ammesso: «Sappiamo tutti quanti che i tre maestri sono stati introdotti non perché questo corrispondeva ad esigenze pedagogiche e formative, ma perché era una precisa esigenza dei sindacati e che in qualche modo bisognava coprire gli organici». E però, verità bis: «Questa controriforma sul maestro unico è dettata da esigenze di bilancio, non da necessità formative».Continue reading