Matteoli: “Contro di me accuse ridicole”

matteoliAltero Matteoli è il primo ministro antifascista di Alleanza nazionale.
«Ai ragazzi di Azione Giovani ho spiegato per filo e per segno cosa significhi per me».
Ed è anche il primo ministro che potrebbe giovarsi, come Berlusconi, di una leggina, uno scudo verso i processi.
«Stamane ho aperto i giornali e, oddio, cosa ho fatto? Ho telefonato a Consolo e gli ho chiesto conto». 
Lui lo difende in tribunale, lui è l’ autore del mini-lodo.
«Mi ha spiegato anzitutto che questa è una proposta presentata la scorsa legislatura, mai dibattuta e dunque ripresentata adesso. Altro che cucita addosso a me!».
Equa.
«Pare sostenibilissima. Un ministro dev’ essere giudicato dal tribunale dei ministri».
Che è pur sempre un tribunale.
«Ecco, qua volevo arrivare. Mica sono pesciolini impauriti questi giudici? Gattini ciechi è meglio.
«Hanno la toga come tutti. E se le dicessi di quale reato sono stato accusato poi…».
E comunque lei non ha mai spinto l’onorevole Consolo.
«Ma assolutamente. Sono accusato di favoreggiamento per aver detto a un prefetto: mi dicono che c’ è un’ inchiesta su di lei».
Se la caverà.
«Il processo è a Livorno».
Consolo lo trascinerà a Roma.
«I rilievi penali sono risibili e io veramente resisto nella convinzione che sia giusto che un ministro
venga giudicato da un tribunale dedicato a queste cose».
Persona speciale, tribunale speciale.
«Chi mi conosce sa con quale misura e prudenza svolgo l’ attività ministeriale. Sono stato presente a tutte le udienze, mai una richiesta di sospensione».
Nessun impedimento?
«Mai avanzato l’ impegno parlamentare».
Matteoli è di un’ altra stoffa.
«E’ vero che siamo uomini pubblici però quando scrivete paventando chissà quali piani dovreste chiedervi: è così? Questa persona, questo ministro ha una famiglia, dei figli che leggono e si spaventano: papà ma cosa hai combinato?».
Suo figlio Federico è un pilota dell’ Alitalia, assunto in extremis.
«Io gli dicevo: làureati in Giurisprudenza. Mancava un anno. Ma lui volle scegliere quel che gli piaceva. Vero, non è stato mai molto brillante negli studi. Però nei corsi da pilota è risultato eccellente».
Assunto dall’ Alitalia: fortuna e sfortuna.
«Speriamo che i piloti capiscano e firmino l’ accordo».
Comprenderà anche suo figlio.
«Fa il suo lavoro, certo non scende in piazza. E’ in imbarazzo, comprensibile del resto».
Il padre di qua, il figlio di là.
«Questa giornata non finisce mai. Speriamo che si chiuda bene per Alitalia».
Adesso che ci penso: parlamentare, ministro e anche sindaco di Orbetello. Lei è indistruttibile.

«Guardi, la mia vita è stata costellata da delusioni amorose ma gli amici non mi hanno mai tradito. E un mio caro amico, l’ ex sindaco di Orbetello, mi disse: con te vinciamo. Me lo disse quando non ero ministro».
Gli rispose picche però.
«Dissi: mah, vedremo».
Picche.
«Poi una sera a cena mi misero con le spalle al muro».
E lei è capitolato.
«Non avevo altra scelta, davvero!».

(da Repubblica del 26 settembre 2008)

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