MARCO MORELLO
Sono passati quasi cinque giorni, ma il degrado è ancora il sovrano assoluto nel casale lungo la Portuense dove venerdì notte sono stati aggrediti i due turisti olandesi. Ci sono vetri di bottiglie rotte e barattoli arrugginiti che emergono dalla sterpaglia, in ogni angolo escrementi di animali e preservativi usati pronti ad attaccarsi alle scarpe. All’interno, nell’edificio pericolante, un divano consumato dal tempo, tende-coperte di fortuna e un materasso sdrucito, di fronte al quale un cane bianco e smunto fa la guardia immobile. «È un’area privata, non potevamo intervenire più di tanto», afferma a voce bassa un carabiniere della vicina stazione di Ponte Galeria, quasi giustificandosi. Ma nessuno ha da muovere accuse: in attesa dell’arrivo del sindaco per un sopralluogo, qualcosa di importante si è già mosso. La Protezione Civile è già al lavoro per recintare i 400 metri dell’area e, a quanto pare, «stanno procedendo a tempi di record, finiranno stasera quando in genere per questo tipo di interventi ci vuole una settimana». Lo dice distrattamente un vigile urbano mentre si affanna a regolare il flusso dei veicoli che spuntano da ogni parte. Perché in un luogo così isolato, sospeso a mezz’aria tra la stazione di Ponte Galeria e i palazzoni minacciosi di Corviale, così tanta gente non si era mai vista.
«Abbiamo diffidato la proprietà di questo stabile – dice Alemanno mentre si avvicina al casale – affinché entro cinque giorni lo metta in sicurezza murandolo o abbattendolo». Non c’è «la padrona di casa» ad accogliere il primo cittadino, «è una signora anziana», spiegano alcuni residenti. Al suo posto ecco invece il fattore, che porta il sindaco a fare un giro approfondito dell’area: lui si informa, vuole sapere esattamente che cosa è successo in quel luogo «dimenticato da dio e dagli uomini», poi si indigna e bolla i due pastori come «bestie che non meritano perdono». In fondo, per dargli ragione, «basta vedere quello che hanno fatto».Continue reading