SERENELLA MATTERA
Come può una madre permettere a un figlio di farsi “la tessera d’iscrizione a un gruppo di estremisti”? Come può permettergli di frequentare “luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l’uso di sostanze alcoliche e psicotrope”, birra e canne? Come può permettergli di tenere i capelli lunghi e fare il comunista rifondarolo nel circolo Tienanmen di Catania? M.P., 16 anni, per questo e per altri motivi, è stato affidato al padre.
Roba da far tremare, al solo pensiero, migliaia di genitori divorziati. Perché nonostante la sindrome da bamboccioni, nonostante un pessimismo cosmico ad annebbiare il futuro, pare proprio che gli under 30 italiani continuino ad appassionarsi alla politica, forse a crederci. E allora l’11% (contro il 5% dei coetanei europei) ha una tessera di partito, uno su tre (contro il 19% Ue) segue la politica nazionale, tre su quattro hanno votato a ogni sorta di elezioni negli ultimi tre anni.
Ma si tranquillizzino i genitori divorziati. Il giudice che ha deciso sull’affidamento di M.P. ha spiegato di essersi basato più in generale su “gravi carenze genitoriali della madre”. Anche se lui, il ragazzo, punta il dito contro il padre: “mio padre detesta i comunisti” e “ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono un gruppo di persone che portano i figli su una brutta strada”.Continue reading