Il lavoro, l’attività salva i borghesi dalla perversione, ma un certo numero di individui della classe non lavora affatto, non saprebbe come riempire utilmente le ventiquattro ore della giornata. Di milionari che stiano dodici ore al giorno a tavolino come Benedetto Croce ci dev’essere solo Benedetto Croce; gli altri preferiscono le gare ippiche, le stazioni balneari, Montecarlo, i romanzi di Luciano Zuccoli e la cocaina. Li può salvare solo l’ottusità dei sensi e l’avarizia, cioè l’essere al di sotto dell’animalità umana media.
Cocaina, “Sotto la Mole”, 21 maggio 1918