L’insurrezione di Melfi

melfiDopo l’articolo-denuncia di Antonello Caporale pubblicato su Repubblica dell’11 giugno, alcuni operai di Melfi hanno scritto al presidente Giorgio Napolitano. Ecco il racconto di Giuliano Foschini

Vittorio Cilla ha due figli e 1.200 euro al mese in busta paga, assegni familiari compresi. Passa tutta la vita a realizzare sportelli che poi saranno montati sulla Fiat Punto. E un poco gli sono girate. “Perché ho fatto un conto: questi signori che cumulano il doppio incarico, quello di parlamentare e di consigliere regionale, in un mese intascano quanto me in un anno intero. Mi sembra uno scandalo, una vergogna”. Per questo l’operaio Vittorio Cilla prima è sbottato in mensa, poi ne ha parlato in macchina e in piazza: infine insieme con otto colleghi – tutti dipendenti della Sata, l’azienda della Fiat di Melfi, o di ditte dell’indotto – ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Ci sentivamo umiliati e un poco ci vergognavamo anche” spiega Antonio D’Andrea. Loro cittadini lucani rappresentati da quattro consiglieri regionali (Mara Antezza e Carlo Chiurazzi del Pd, Cosimo Latronico ed Egidio Digilio del Pdl) che, in attesa di scegliere, cumulavano incarico e indennità. Continue reading

Prostituzione&Italia

prostituzioneFLAVIA PICCINNI

Uomini e donne nude, sulle strade, davanti agli occhi dei bambini, davanti agli occhi degli anziani, preservativi per terra, preservativi dentro i cassonetti, preservativi ovunque. Lo scenario apocalittico che descrivono giornali e televisioni è quello della guerriglia del sesso che si combatte ogni notte a bordo strada. Protagonisti sono prostitute e clienti che adesso tornano all’attenzione pubblica a causa del puntuale dibattito sul futuro dell’orgasmo a pagamento.
Quartieri a luci rosse? Ghetti? Espulsioni?
Sono queste alcune delle alternative possibili per evitare la schiavitù sessuale e se la discussione verrà affrontata in Parlamento ad agosto, si sprecano piani per regolamentare, debellare o semplicemente dimenticare l’amore a pagamento.
Spicca la proposta di Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità, che propone di legalizzare l’esercizio in case chiuse e spiega quanto siano inutili i fogli di via per le prostitute fermate in strada. Continue reading