Anche se toccata dalla tragedia per la morte dell’ex consigliere comunale socialista Isaias Carrasco, la Spagna ci serve ancora una volta una bella lezione di politica. Vi cito l’apertura della notizia del Corriere.it, sezione esteri, che mi ha colpito oggi:
Spagna, l’Eta insanguina il voto
«Dobbiamo essere tutti uniti contro l’Eta» ha affermato il leader del Partido popular (Pp) Mariano Rajoy, avversario del premier Zapatero ».
Vi riporto questa frase, non per simpatia verso il leader del gruppo di centro-destra Rajoy, ma perché mi sembra un ottimo punto di partenza per una riflessione sulla nostra immobile Italia, che rimane ferma mentre il mondo attorno continua ad avanzare.
Negli ultimi anni la Spagna – che è sempre stata “uno scalino sotto a noi”, almeno nell’immaginario popolare, in termini di ricchezza, sviluppo, risorse, progresso – ci ha superato.
Fiiiischhhummm.
Doppiati.
Senza nemmeno bisogno dello scatto al fotofinish.
Come avrà fatto? Come sarà riuscita a superarci e a diventare migliore di noi?
Non sono ancora trascorsi cinquant’anni dalla fine della dittatura del generalissimo Francisco Franco e la giovane democrazia spagnola ha già qualcosa da insegnare alla vecchia e compassata Italia dell’ennesima repubblica.
La lezione spagnola si riassume nella frase di Mariano Rajoy: dobbiamo essere tutti uniti. Una scelta che in questa vicenda della lotta al terrorismo basco è d’obbligo, ma che, presa nella vita di tutti i giorni, dimostra la grande attitudine degli spagnoli al raggiungimento del bene comune anche a costo di accettare l’idea del proprio avversario politico.
Non è la prima volta che il susseguirsi di fazioni diverse al potere in Spagna mostra all’Europa intera come sia possibile continuare a costruire sull’operato del predecessore e così continuare ad avanzare.
Non è la prima volta che il nostro vecchio stivale mostra a tutta Europa come non si scampi dal ciclo distruttivo/ricostruttivo/distruttivo della politica italiana.